Il Competition Appeal Tribunal (CAT) di Londra ha respinto la richiesta di Apple di bloccare la class action avviata l’anno scorso dall’avvocato Justin Gutmann per conto degli utenti britannici. L’accusa è di aver nascosto i difetti della batteria di alcuni iPhone, riducendo le prestazioni per incrementare l’autonomia.
Class action da oltre 2,4 miliardi di sterline
Il caso più famoso è quello denominato Batterygate. A fine 2016, in seguito ad un aggiornamento di iOS, molti utenti hanno notato una diminuzione delle prestazioni per i loro iPhone 6/6S. Apple ha successivamente ammesso di aver rallentato artificialmente la velocità del processore per incrementare l’autonomia. L’azienda di Cupertino ha pagato 500 milioni di dollari per evitare numerose class action negli Stati Uniti.
Il Batterygate è nuovamente in corso nel Regno Unito. Justin Gutmann ha denunciato Apple il 17 giugno 2022 per aver nascosto i problemi della batteria con un tool di gestione dell’alimentazione che rallenta la velocità del processore (throttling). Nell’aggiornamento del sistema operativo non era indicata la presenza del tool. Apple avrebbe scelto questa soluzione invece di sostituire la batteria.
I modelli interessati sono iPhone 6, 6 Plus, 6S, 6S Plus, SE, 7 e 7 Plus. L’azienda di Cupertino ha tentato di bloccare la class action, ma senza successo. Il Competition Appeal Tribunal (CAT) di Londra ha stabilito che la class action può continuare. Gutmann ha chiesto un risarcimento di oltre 2,4 miliardi di sterline.
Apple ha ribadito quando dichiarato in precedenza:
Non abbiamo mai e mai faremo nulla per abbreviare intenzionalmente la vita di qualsiasi prodotto Apple o degradare l’esperienza dell’utente per spingere gli utenti all’aggiornamento. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare prodotti che i nostri clienti amino, e far durare gli iPhone il più a lungo possibile è una parte importante di questo.