BBC: il DRM non vi piace? Peggio per voi

BBC: il DRM non vi piace? Peggio per voi

Polemiche sulla blindatura del suo iPlayer, compatibile solo con Windows. Lettera aperta di Open Source Consortium, petizioni e rimostranze online. Ma l'emittente britannica tira dritta per la sua strada
Polemiche sulla blindatura del suo iPlayer, compatibile solo con Windows. Lettera aperta di Open Source Consortium, petizioni e rimostranze online. Ma l'emittente britannica tira dritta per la sua strada

È entrato anche Open Source Consortium ( OSC ) nella polemica sul nuovo corso della TV online di BBC : con una lettera aperta pubblicata sul proprio sito, OSC critica la scelta dell’emittente britannica di includere un sistema di gestione del copyright compatibile solo con Windows nel suo iPlayer, adducendo diverse argomentazioni tecniche e giurisprudenziali.

Sarebbe errata la scelta del DRM targato Windows Media Player, poiché in contrasto con l’attuale legislazione dell’ Unione Europea : già nel 2004 Microsoft era stata costretta a mettere a disposizione dei consumatori una versione modificata di Windows spogliata del suo player. Una situazione analoga si verificherebbe oggi, con l’iPlayer BBC che consente di utilizzare una sola piattaforma , Windows, per godere dei servizi offerti. Una preoccupazione condivisa anche da Ofcom , l’autorità britannica sulle TLC, le cui considerazioni vengono citate nella lettera.

Gli utenti Mac e Linux saranno quindi esclusi dal lancio dei nuovi servizi previsto per l’autunno: la piattaforma prevede la disponibilità di una parte dei programmi andati in onda per sette giorni, termine entro il quale l’utente potrà scaricarli sul proprio computer. Il limite per la visione dei contenuti (e solo per quella) è di 30 giorni, trascorsi i quali i file spariranno magicamente dall’hard disk .

Un approccio molto diverso da quello scelto da altri network, come ad esempio il neonato Rai.tv : mentre la tv nazionale italiana pensa di mettere a disposizione dei navigatori una buona fetta dei contenuti di ieri e di oggi, la BBC ha già chiarito che online finirà solo il 15% dei propri contenuti. Lo scopo è quello di preservare le altre forme di mercato per gli show andati in onda, come i DVD per le serie TV.

Una preoccupazione simile ha anche convinto i dirigenti dell’emittente a non includere la musica classica tra i programmi che saranno fruibili tramite iPlayer: troppo alto sarebbe il rischio di mettere materiale prezioso in mano ai pirati. Una decisione di difficile comprensione, visto che molto spesso le partiture d’orchestra sono ormai spogliate di qualsiasi diritto d’autore , e che quindi ci si arrocca a difendere le esecuzioni . Senza contare, suggerisce BoingBoing , che una sorta di podcast di questo tipo gioverebbe alla diffusione del genere tra i più giovani.

In rete è già partita una petizione , indirizzata al primo ministro britannico, che chiede una piattaforma neutrale per i servizi online di BBC. Anche i giornali si schierano contro la scelta dell’emittente, e si prospetta anche la possibilità di reclami ufficiali contro la decisione di costruire il servizio attorno al DRM Microsoft.

Il progetto BBC rischia dunque di arenarsi prima ancora della sua partenza. I gusti del consumatore al momento sembrano orientarsi verso contenuti privi di DRM, e forse lassù ai piani alti farebbero bene a pensarci: altrimenti, dice qualcuno , tanto varrà utilizzare un videoregistratore .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
25 giu 2007
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