Con il via libera provvisorio concesso dal BBC Trust , l’emittente di stato UK può andare avanti con il suo Project Canvas per lo sviluppo di uno standard comune per la distribuzione telematica di contenuti video, trasmessi direttamente sulle TV del regno. La BBC mira alla realizzazione di set-top box televisivi “universali” anche per quel che concerne fornitori di contenuti e produttori, ma non mancano le incognite per un progetto dalle conseguenze potenzialmente non banali sull’open source e la trasmissione di contenuti televisivi via Internet.
Nel Progetto Canvas sono coinvolti settore pubblico e privato, la BBC così come i broadcaster concorrenti Channel 4, Five, ITV e i provider British Telecom e Talk Talk. A ognuno andrà una quota di partecipazione della joint venture appositamente creata, il cui compito principale sarà quello di creare un sistema software middleware da implementare nei box televisivi per la ricezione dei flussi video trasmessi su network TCP/IP.
Stabilite le basi di partenza, però, il risultato potrebbe variare rispetto a quello previsto in origine. Il coinvolgimento dei grandi produttori come LG, Sony e altri, necessario per la creazione di un ecosistema di prodotti realmente “universale” in tutti i negozi inglesi, potrebbe spingere le succitate aziende a “esportare” il middleware anche fuori dal Regno Unito incrementando così l’adozione del network telematico come veicolo privilegiato di contenuti televisivi .
Non avendolo previsto, BBC potrebbe dunque avere il merito di far crescere l’attrattiva di un mercato che soprattutto negli USA si scontra con i diktat degli studios hollywoodiani e dei padroni della TV via cavo. Un altro fronte caldo è l’implementazione di meccanismi di cifratura e restrizioni DRM all’interno delle trasmissioni, una pratica in cui la BBC professa neutralità ma per cui si è già spesa con notevoli energie incontrando le resistenze degli organi di controllo britannici.
Sviscerando i piani al gusto di DRM messi in atto dalla BBC, il columnist Cory Doctorow suggerisce appunto all’ Office of Communications britannico di stabilire se e in che misura i contenuti cifrati impatterebbero sul codice e sugli applicativi open source implementati all’interno dei set-top box televisivi.
Alfonso Maruccia