BCE: il Bitcoin vale zero, è un castello di carte e va regolamentato

BCE: il Bitcoin vale zero, è un castello di carte e va regolamentato

Due analisti sostengono che il Bitcoin sia destinato a sgonfiarsi poiché non contengono valore, ma siano soltanto una bolla speculativa da regolamentare.
BCE: il Bitcoin vale zero, è un castello di carte e va regolamentato
Due analisti sostengono che il Bitcoin sia destinato a sgonfiarsi poiché non contengono valore, ma siano soltanto una bolla speculativa da regolamentare.

Gli ETF sul Bitcoin altro non sarebbero se non “la nuova veste di un Re nudo”: così gli analisti Ulrich Bindseil e Jürgen Schaaf, da tempo critici sulla regina delle criptovalute, si trovano a ribadire la propria posizione sparando ad alzo zero sulla reale consistenza di un investimento come quello nei Bitcoin. Una disamina dai toni aspri, che critica duramente l’approvazione degli ETF negli USA (qualunque sia la dinamica che ha costretto la Federal Reserve al semaforo verde) e che chiede agli investitori di usare raziocinio laddove le autorità dovrebbero usare il pugno duro.

Contro il Bitcoin

Secondo il loro intervento pubblicato dalla Banca Centrale Europea, l’avvento degli ETF ed una posizione politica troppo morbida nei confronti delle crypto ha generato false aspettative e la parvenza di una istituzionalizzazione della loro presenza sui mercati valutari. Il nuovo intervento giunge in risposta ai nuovi massimi registrati dalla valuta e la domanda è provocatoria: “perché il gatto morto rimbalza tanto in alto?“. La risposta è tecnica:

Per molti, il rally nell’autunno del 2023 è stato avviato dalla prospettiva di un’imminente inversione di tendenza nella politica dei tassi di interesse della Federal Reserve americana, dal dimezzamento dei premi minerari di BTC in primavera e successivamente dall’approvazione dell’ETF spot Bitcoin da parte della SEC. Tassi di interesse più bassi avrebbero aumentato la propensione al rischio degli investitori e l’approvazione spot dell’ETF avrebbe aperto le porte a Wall Street per Bitcoin. Entrambi promettevano grandi afflussi di fondi – l’unico carburante efficace in una bolla speculativa. Eppure, questo potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia. Mentre nel breve periodo l’afflusso di denaro può avere un grande impatto sui prezzi indipendentemente dai fondamentali, nel lungo periodo i prezzi torneranno eventualmente ai loro valori fondamentali. E senza alcun flusso di cassa o altri rendimenti, il valore equo di un’attività è pari a zero. Slegato dai fondamentali economici, ogni prezzo è ugualmente (im)plausibile.

Insomma: se la criptovaluta non racchiude in sé valore, se non quello dei flussi di cassa in entrata, allora il venir meno delle scommesse non resterà che riportare il Bitcoin là dove si assesta il proprio valore reale, ossia a zero. Se di valore non ce n’è, il motivo starebbe nelle promesse mancate, ossia la dimostrazione provata del fatto che oltre all’hype non c’è altro su cui lavorare:

Abbiamo sostenuto che Bitcoin non è riuscito a mantenere la sua promessa originale di diventare una valuta digitale decentralizzata globale. Abbiamo anche dimostrato che la seconda promessa di Bitcoin di diventare un asset finanziario, il cui valore avrebbe inevitabilmente continuato a salire, era altrettanto sbagliata. Abbiamo messo in guardia sui rischi per la società e l’ambiente se la lobby del Bitcoin riuscisse a rilanciare una bolla con l’aiuto involontario dei legislatori, che potrebbero dare una benedizione laddove sarebbe necessario un divieto.

Le critiche sono tuttavia anche più ampie e argomentate: il Bitcoin è la “moneta del diavolo” che finanzia le attività illecite sul Dark Web e inoltre il Bitcoin è una valuta dal prezzo manipolato fin dal principio. Parole forti, insomma, destinate a scatenare il fuoco incrociato di quanti, invece, sul Bitcoin stanno costruendo (o scommettendo) le proprie fortune.

Il castello di carte crollerà

Quel che Bindseil e Schaaf chiedono alle autorità è un monitoraggio più severo come precondizione ad una regolamentazione più ferrea: “la finanza decentralizzata [defi] va regolamentata” e chi manovra capitali in questo contesto va responsabilizzato. E chiudono:

Il livello dei prezzi di Bitcoin non è un indicatore della sua sostenibilità. Non esistono dati economici fondamentali, non esiste un fair value da cui si possano ricavare previsioni serie. Non esiste alcuna “prova del prezzo” in una bolla speculativa. Invece, una reflazione della bolla speculativa dimostra l’efficacia della lobby del Bitcoin. La capitalizzazione di “mercato” quantifica il danno sociale complessivo che si verificherà quando il castello di carte crollerà. È importante che le autorità siano vigili e proteggano la società dal riciclaggio di denaro, dai crimini informatici e di altro tipo, dalle perdite finanziarie per le persone finanziariamente meno istruite e dagli estesi danni ambientali. Questo lavoro non è stato ancora completato.

C’è chi sostiene che il Bitcoin supererà i 100 mila dollari di valore, chi invece lo vede a quota zero. Solo una delle due opinioni può essere corretta e ognuno ha la responsabilità e il dovere di formarsi la propria idea.

Fonte: BCE
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Pubblicato il
23 feb 2024
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