Joe Biden ha appena ufficializzato la propria ricandidatura alla Casa Bianca, in vista delle elezioni 2024 e, dalle fila repubblicane, è subito giunta una reazione che fa leva sull’IA: Beat Biden è il titolo del filmato pubblicato dal canale YouTube ufficiale Republican National Committee, realizzato assemblando immagini dell’attuale Presidente USA generate da un’intelligenza artificiale. Il video rappresenta un futuro distopico, conseguente a una nuova vittoria del candidato democratico e del suo braccio destro, Kamala Harris.
Presidenziali 2024: il video Beat Biden dei Repubblicani
E se il presidente più debole che abbiamo mai avuto fosse rieletto?
, E se le tensioni internazionali si intensificassero?
, E se i sistemi finanziari si sgretolassero?
, E se il nostro confine non esistesse più?, E se il crimine peggiorasse?
sono le domande poste dalla clip, che include riferimento a un’invasione cinese di Taiwan, alla chiusura di centinaia di istituti bancari, a un’ondata di immigrazione clandestina, alla chiusura di San Francisco e alla crisi innescata dall’abuso di fentanyl. Eccola di seguito.
Il filmato si chiude con una sorta di disclaimer che recita: Pagato dal Republican National Committee, non autorizzato da alcun candidato o dal comitato di un candidato
. Un altro è riportato con un carattere non proprio facilmente leggibile nell’angolo superiore a sinistra: Costruito interamente con immagini IA
.
Dopo le elezioni 2016 segnate dalle influenze russe e quelle 2020 accompagnate da un’ondata di attacchi informatici, è lecito attendersi il massiccio impiego di contenuti generati dall’IA in vista delle Presidenziali 2024. Biden si sconterà nuovamente con Donald Trump, intenzionato a tornare alla Casa Bianca per un secondo mandato non consecutivo.
Non è da escludere che, in vista dell’appuntamento e con l’intensificarsi della campagna elettorale, oltreoceano possano essere introdotte norme specifiche per regolare l’impiego dell’intelligenza artificiale nell’ambito della propaganda politica, così da scongiurare eventuali rischi legati alla disinformazione. Nel 2020 se ne discusse in relazione al fenomeno deepfake.