Il CEO Eric Migicovsky ha comunicato che il nuovo fix rilasciato ieri sarà l’ultimo. Se Apple bloccherà ancora l’accesso ad iMessage, Beeper non fornirà più nessuna soluzione perché “non può vincere il gioco del gatto e del topo con l’azienda più grande del mondo“.
Ennesimo fix, ma ora serve un iPhone
Beeper Mini doveva essere la soluzione definitiva che permette agli utenti Android di accedere al servizio iMessage di Apple e quindi di inviare messaggi agli utenti con iPhone in assoluta sicurezza, evitando gli SMS. Inizialmente serviva solo il numero di telefono per la registrazione. A causa delle “interferenze” di Apple, la procedura è diventata sempre più complicata. Serve infatti un Apple ID e un Mac, mentre per usare il numero di telefono serve anche un iPhone.
Per effettuare la registrazione con Apple ID è necessario installare Beeper Desktop su Mac. La registrazione con numero di telefono richiede invece un vecchio iPhone (6/6s/SE1/7/8/X), oltre ad un Mac o un computer Linux. La procedura è piuttosto complessa, in quanto occorre effettuare il jailbreak dell’iPhone, installare un tool per la generazione del codice di registrazione e inserire quest’ultimo nell’app Beeper Mini. L’iPhone deve rimanere collegato all’alimentazione di rete e al Wi-Fi.
Come detto, questo sarà l’ultimo fix rilasciato da Beeper. La software house non svilupperà nessuna soluzione, se Apple bloccherà ancora l’accesso ad iMessagge. Il CEO ha sottolineato che, contrariamente a quanto sostiene Apple, Beeper Mini garantisce sicurezza e privacy. Migicovsky invita Apple ad esaminare il codice del bridge iMessage e delle app (Mac e iPhone) che generano i codici di registrazione.
Secondo il CEO, Apple vuole bloccare Beeper Mini solo perché potrebbe guadagnare meno dalla vendita di iPhone, se iMessage fosse accessibile anche con uno smartphone Android.
Aggiornamento: il New York Post afferma che Beeper ha incontrato gli avvocati del Dipartimento di Giustizia il 12 dicembre. Nel frattempo, la FTC ha pubblicato un post che parla di interoperabilità (senza nessun riferimento ad Apple). Non è da escludere l’avvio di un’indagine antitrust, come chiesto da alcuni politici statunitensi.