Facebook lo aveva paventato senza troppi giri di parole: i paesi che si trovassero in disaccordo con la politiche sulla privacy del social network avrebbero subito le conseguenze dell’adeguamento da parte di Facebook. I cittadini della Rete localizzati in Belgio sperimenteranno sulla propria pelle la reazione di Facebook alla determinazione delle autorità locali, che non sono state disposte a transigere su certe pratiche adottate dalla piattaforma in blu.
Solo chi si troverà esplicitamente d’accordo con le policy aderendo alle condizioni d’uso di Facebook potrà accedere a Facebook, anche ai contenuti condivisi pubblicamente e accessibili a chiunque: è così che il social network serra i ranghi per adeguarsi all’ ingiunzione emanata il mese scorso , al culmine di un confronto durato mesi. Le autorità del Belgio, a seguito dell’ aggiornamento delle policy del social network per agevolare lo sfruttamento dei dati rastrellati in Rete, a seguito di uno studio commissionato dal garante della privacy locale che condannava l’uso dei cookie presso i non iscritti, avevano aperto il confronto in tribunale , deliberando che il social network dovesse interrompere la distribuzione dei cookie a favore degli utenti che non avessero effettuato l’accesso e dei non utenti , che non hanno mai acconsentito ad alcun tipo di tracciamento.
Poco importa che Facebook abbia contestato l’esito dello studio e abbia a più riprese assicurato che i cookie fossero distribuiti e sfruttati non a fini di marketing, ma per scongiurare la creazione di account fake, i furti di identità e gli accessi illegittimi; poco importa che il garante della privacy irlandese, paese in cui Facebook ha sede europea , abbia difeso il suo comportamento di fronte alle autorità del Belgio. In attesa che il tribunale belga formuli le proprie conclusioni il social network si è rassegnato ad accontentare le autorità locali.
La piattaforma ha riferito alla giustizia belga di voler limitare l’accesso alle pagine del social network ai cittadini del paese che abbiano un account e che siano loggati : in questo modo i cookie verranno depositati solo sulle macchine di coloro che abbiano esplicitamente aderito alle condizioni d’uso in fase di registrazione. “Ci dispiace di non essere stati in grado di raggiungere un accordo – ha dichiarato una portavoce – ora le persone dovranno loggarsi o registrare un account per vedere su Facebook anche anche i contenuti pubblici”. Il social network, per assolvere alle richieste del tribunale belga, ha altresì promesso che ove possibile procederà alla rimozione dei cookie distribuiti ai non utenti.
Il garante della privacy locale, dal canto suo, ha lamentato l’ostruzionismo di Facebook, che con questo adeguamento d’impatto starebbe tentando di raffigurare le autorità come coloro che ostacolano la libera circolazione dell’informazione. “Abbiamo semplicemente chiesto loro di smettere di tracciare coloro i non utenti”, ricorda Willem Debeuckelaere, presidente dell’authority belga.
La decisione del tribunale è prossima, e Facebook continua a temere che “le richieste avanzate nel corso di questo procedimento rispetto alla gestione dei cookie non siano state formulate in maniera equa”. Il social network, in ogni caso, ha anticipato di voler contestare la sentenza ricorrendo in appello.
Gaia Bottà