Belgio: la pirateria va fermata, non tassata

Belgio: la pirateria va fermata, non tassata

Lo stato si intromette nella disputa tra la collecting society SABAM e gli ISP, a cui è stato chiesto un risarcimento sistematico per la pirateria. SABAM avrebbe formulato una richiesta illegale
Lo stato si intromette nella disputa tra la collecting society SABAM e gli ISP, a cui è stato chiesto un risarcimento sistematico per la pirateria. SABAM avrebbe formulato una richiesta illegale

Tassare i provider perché attraverso le connessioni fornite agli utenti scorrono opere protette, condivise e scaricate illegalmente non è una richiesta in linea con la legge: le autorità del Belgio si schierano contro la collecting society SABAM, lo scontro è inevitabile, e potrebbe contribuire ad alimentare o affievolire le aspettative dei tanti soggetti che vorrebbero imporre ai fornitori di connettività un contributo per i danni creati all’industria dei contenuti dagli utenti della Rete.

È da anni che SABAM intende rivendicare i diritti dei propri associati rivolgendosi ai fornitori di connettività: secondo la tesi della collecting society belga, gli ISP lucrano proprio sulla prospettiva della pirateria, offrendo ai propri utenti banda da sfruttare anche per servizi di condivisione pirata. Oltre a fare leva sugli appetiti pirata dei netizen, gli ISP agevolerebbero questo mercato del sommerso (checché ne dicano le istituzioni europee): per questo motivo, nel mese di maggio, SABAM si è rivolta alla giustizia perché imponesse a provider come Belgacom, Telenet e Voo di versare il 3,4 per cento dei profitti maturati in qualità di compensazione per i danni arrecati ai detentori dei diritti dalle abitudini dei loro utenti .

Le denuncia, oltre ad aver suscitato la prevedibile opposizione dei provider, ha indispettito le autorità. Che, attraverso l’istituzione governativa FOD Economie, incaricata anche di vigilare sulle collecting society, hanno ora ufficialmente intimato a SABAM di ritirare la propria denuncia.

Fornire connettività non avrebbe nulla a che vedere con i contenuti, le loro pubblicazione e la loro organizzazione in senso editoriale, spiega FOD Economie facendo riferimento alla Direttiva europea sul commercio elettronico, e i provider non rivestono che un ruolo di neutri intermediari rispetto al traffico che scorre in Rete: SABAM non potrebbe accampare alcun diritto supportato dalla legge rispetto agli ISP, né potrebbe accusarli di agevolare la violazione del diritto d’autore e di trarne profitto. Il governo belga sottolinea che, nel momento in cui la giustizia riconoscerà che la collecting society sta agendo contro la legge, SABAM potrebbe trovarsi costretta a pagare fino a 100mila euro per ogni giorno di resistenza.

Ma SABAM è arroccata sulle proprie posizioni e confida in un esito dello scontro legale a proprio favore: il governo starebbe semplicemente agendo nei propri interessi, in qualità di detentore della quota di maggioranza dell’operatore Belgacom. La versione di FOD Economie è completamente diversa: questa sorta di equo compenso sull’attività dei fornitori di connettività finirebbe per ricadere sulle spalle dei consumatori, che inevitabilmente assisterebbero ad un aumento del prezzo degli abbonamenti. E, aspetto assolutamente non trascurabile, non avrebbe alcun effetto contenitivo rispetto alla condivisione illegale.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
5 nov 2013
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