Contrattempi hi-tech (ma anche retro-tech ) in Belgio durante l’ultima tornata di elezioni europee, federali e regionali, con il Ministro dell’Interno costretto a interrompere il conteggio dei voti a causa del bug in un software utilizzato sui sistemi di voto elettronico presenti in 20 dei 209 distretti del paese.
Nei succitati distretti le macchine di e-voting sono PC x86 provenienti dalla preistoria dell’informatica, basate sul sistema operativo MS-DOS e dotati nientemeno che di 1 Megabyte di memoria RAM oltre a un floppy drive da 3,5″, due porte seriali e una porta parallela.
Il problema, a quanto pare, non riguarda i PC usati per il voto e nemmeno il software per il voto (caricato da un apposito floppy disk inserito nel sistema) quanto piuttosto il programma usato dalle autorità locali per contare i voti espressi dai cittadini.
All’atto del conteggio il baco ha generato risultati “incoerenti”, ha spiegato il governo belga, e a quel punto il conteggio è stato immediatamente interrotto per evitare di falsare le elezioni. A nulla è valsa quindi la certificazione fornita da PriceWaterhouseCoopers sul corretto funzionamento del software.
Alla fine il problema è stato risolto e il conteggio ha potuto procedere fino alla fine. Sia come sia, il caso belga evidenzia ancora una volta i problemi che puntualmente si verificano in quei paesi in cui si fa uso del voto elettronico , mentre per quanto riguarda i problemi specifici dello stato nordeuropeo le autorità governative sono alla ricerca di un esperto di cyber-sicurezza per fronteggiare a dovere il gran numero di attacchi subiti in questi anni.
Alfonso Maruccia