Ha solo guadagnato del tempo il provider belga che sembrava aver strappato al giudice l’ammissione dell’impossibilità di filtrare il traffico per arginare le violazioni del copyright. Nei giorni scorsi si era diffusa la notizia del fatto che il tribunale competente avesse sollevato l’ISP Scarlet dal pagamento di una multa per ogni giorno che fosse trascorso senza che il provider avesse introdotto misure di controllo, ma ora IFPI ha diramato una precisazione relativa al caso.
La vicenda giudiziaria, iniziata nel 2004, era giunta nel 2007 ad una svolta: l’industria dei contenuti aveva ottenuto che Scarlet introducesse delle misure per bloccare agli utenti l’accesso ai file caricati in violazione del diritto d’autore, pena una sanzione giornaliera. Scarlet aveva scelto di utilizzare Audible Magic, ma poi aveva sottolineato l’inefficacia di queste tecnologie, rassegnandosi a pagare.
Nei giorni successivi il tribunale incaricato di valutare il caso aveva concordato con Scarlet ammettendo che Audible Magic non facesse al caso dell’ISP per prevenire lo scambio di contenuti postati in violazione del diritto d’autore. Ma la corte, sottolinea IFPI, rimane ferma nell’intento di spingere Scarlet a implementare misure antiviolazione: ha stabilito che “non è irragionevole chiedere a Scarlet di profondere un impegno maggiore di quello dimostrato finora”, ha invitato l’ISP a esplorare le soluzioni in circolazione sul mercato.
Si tratta di una scelta che Scarlet avrebbe già dovuto compiere: dal primo giorno di novembre sono scattate sanzioni di 2500 euro per giorno in cui Scarlet non impieghi sistemi capaci di prevenire le violazioni. ( G.B. )