28 gennaio 2020, viene registrato il dominio vaccinocoronavirus.it: da quel momento in poi le registrazioni di domini legati alla pandemia si sono moltiplicati, fino a raggiungere quota 6615 nel solo 2020. Il dato scaturisce da una indagine effettuata dal Registro.it, l’anagrafe dei domini italiani, al fine di monitorare l’impatto del Covid sul Web e tenere sotto controllo, al contempo, i potenziali pericoli derivanti da un uso maligno dei domini in questione.
Non solo: chiunque voglia prendere visione dei singoli domini registrati può attingervi attraverso l’apposita bacheca messa a disposizione dal Registro.it.
Tutti i domini del coronavirus
Il boom delle registrazioni è stato registrato nel periodo febbraio-maggio, in coincidenza con l’esplosione dei contagi nel nostro Paese. L’analisi ha tenuto in considerazione tutti i domini in qualche modo legati a parole significative quali coronavirus; covid; virus; tampone (o tamponi); terapia intensiva; vaccino (o vaccini); respiratori (o respiratore); ventilatori; mascherine; autocertificazione; lockdown; pandemia.
Tra tutti i domini rientrati nei radar dell’Osservatorio, alcuni fanno pensare che dietro un normale indirizzo si possano celare tentativi di illecito informatico, come l’ottenimento di informazioni personali o dati sensibili, la diffusione di fake news o anche, più semplicemente, la registrazione preventiva di un dato dominio con lo scopo di acquisirne l’utilizzo per poi cedere il dominio stesso a chi desideri utilizzarlo, previa apposita procedura. L’altro aspetto utile di questa indagine, oltre al controllo costante di eventuali frodi, è la possibilità di monitorare l’andamento di un fenomeno che riguarda tutti, rapportandolo alla Rete, per prevenire e interpretare esigenze, reazioni e abitudini dell’utenza rispetto a un evento traumatico come una emergenza sanitaria globale.
Maurizio Martinelli, Primo Tecnologo presso l’IIT-CNR
Nei mesi di aprile e maggio, in particolare, si è registrato un aumento di domini registrati pari rispettivamente a +44% e +28% rispetto ad un anno prima: effetto-Covid, ma anche un effetto indiretto dovuto all’aumentata proattività di negozi e PMI che hanno improvvisamente capito di dover essere a tutti i costi presenti sul Web per poter portare agli utenti la propria identità ed i propri servizi.
Non tutti i domini a tema coronavirus sono stati registrati, anzi: in molti casi si tratta semplicemente di nomi “parcheggiati” (il 30% dei casi circa), in cerca di acquirente o in attesa di informazioni che sono in lavorazione dietro le quinte. I domini fotografano insomma per ora soltanto il feroce attivismo scatenato dalla pandemia, con Lombardia, Lazio e Veneto in cima alla classifica dei domini registrati nel periodo di riferimento.