Costituirebbero un diritto di tutti i netizen, un diritto imprescindibile quanto la stessa libertà d’espressione. La pubblicazione aperta dei dati e un’effettiva neutralità della Rete rappresenterebbero dei principi talmente necessari che ogni nazione del mondo dovrebbe venire giudicata solo sulla base della sua disponibilità ad informare i cittadini in maniera trasparente.
Sir. Tim Berners-Lee, meglio noto al mondo come padre del World Wide Web, è dunque tornato su uno degli argomenti che gli stanno più a cuore, la trasparenza dei dati. Questa dovrebbe essere sempre garantita al cittadino della Rete, come se fosse un vero e proprio diritto fondamentale .
“So ovviamente che ci sono diritti più fondamentali di questo – ha spiegato Berners-Lee nel corso di un’intervista con la BBC – ma un sistema democratico può funzionare davvero solo se è dotato di un elettorato informato”. E si tratterebbe anche di una questione economica: “Il livello di apertura dei governi è uno degli aspetti che muovono le decisioni ultime degli investitori globali”, ha precisato Berners-Lee.
È poi stato fatto un doppio esempio, parlando di due esperienze positive in due posti molto diversi del pianeta. A partire dal Brasile, dove un giornalista locale ha messo in piedi un portale chiamato Politicos do Brasil , che ha pubblicato tutti i dettagli finanziari di circa 400mila politici sudamericani . Uno strumento preziosissimo, che ha portato alle dimissioni di circa 400 rappresentanti, rei di aver gestito in maniera poco pulita i propri fondi per le campagne elettorali.
Poi, l’esempio dell’India, dove nel 2005 c’è stata una grande accoglienza per la legge sul diritto all’informazione . Accoglienza che si è presto trasformata in senso intimo d’appartenenza, con richieste continue di monitoraggio su tutti i dati relativi ai vertici del potere politico. Per Berners-Lee, una passione esemplare, nonostante le difficoltà d’accesso alla Rete in alcune zone del paese indiano.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) ha proposto l’inserimento di una particolare piattaforma video all’interno del cosiddetto national broadband plan . La Casa Bianca dovrà gestire il sito video.gov , uno spazio online dove accogliere i presenti e passati filmati relativi all’attività del governo federale a stelle e strisce.
“Tutte le agenzie dovrebbero essere incoraggiate a pubblicare più materiale video possibile all’interno di video.gov – ha raccomandato la FCC – In aggiunta, il Congresso degli Stati Uniti dovrebbe prendere in considerazione l’idea di investire nella creazione di grandi archivi digitali nazionali”.