Tra le visioni aziendali più ambiziose, la rete di rifornimento per le auto elettriche di Better Place sarà solo un bel ricordo nella green economy . Guidati dal CEO Dan Cohen, i principali azionisti della startup israeliana hanno avviato le pratiche per una liquidazione volontaria, dopo aver attirato investimenti per 850 milioni di dollari e sfiorato una valutazione da 2,3 miliardi .
Troppo fiacco il volume complessivo di vendita dei modelli di Better Place, prezioso partner del gigante Renault per la costruzione di un network di stazioni di rifornimento per automobili elettriche. Un’idea semplice quanto ambiziosa: permettere ai guidatori di sostituire le batterie in esaurimento con nuove unità, in modo da viaggiare in piena tranquillità.
Sulle strade di Israele e Danimarca, le automobili di Better Place si contavano a poche centinaia , a dispetto delle 100mila unità previste dalla startup israeliana. Nei progetti del founder Shai Agassi, la rete di batterie sostituibili avrebbe dovuto espandersi prima in Australia, poi sui fiorenti mercati di Cina e Stati Uniti. A meno di cinque anni dalla partnership con Renault, la fine dei giochi con il fallimento finanziario.
Mentre la stessa Renault continuerà a fornire assistenza e copertura di garanzia ai possessori dei modelli già venduti, il progetto Better Place svanirà con l’annullamento della partnership siglata dal founder Agassi. In un comunicato diramato dal Consiglio d’Amministrazione di Better Place, la lotta per le auto senza carburante tradizionale continuerà, anche se la proposta della startup israeliana non ha trovato il favore della clientela di massa.
Mauro Vecchio