Inghiottire una pillola-telecamera ed esibirsi dall’interno al dottore, dalla bocca all’esofago, dallo stomaco in poi. Naturalmente a scopo diagnostico, e con possibilità di avanti, indietro, destra, sinistra, stop e, in futuro, forse anche zoom . Questa la sintesi della nuova invenzione, un “siluretto” delle dimensioni di una normalissima pillola, ingeribile, biocompatibile e in grado di permettere al dottore di ispezionare l’intero percorso dell’apparato digerente, a fondo, in modo assolutamente non invasivo: niente bisturi, niente “…scopìe” di nessun genere. Basta un bicchier d’acqua.
Questo progetto nasce dalla collaborazione tra Given Imaging , l’ ospedale israeliano di Amburgo e il Royal Imperial College di Londra , che hanno dato alla luce PillCam , la pillola ingeribile con telecamera .
L’ innovazione consiste proprio nella possibilità di governare i movimenti della pillola: “In passato non vi era alcun modo di controllare la pillola durante il suo viaggio nel corpo. Ora può essere guidata e fermata dove si desidera e fargli inviare immagini dell’esofago”, spiega il dottor Frank Volke sul comunicato stampa del Fraunhofer Institute .
Ciò che desta maggior curiosità è il come si possa “trattenere” la pillola in una determinata zona del corpo o dirigerla, se questa in qualche modo segue il destino di qualsiasi altra materia ingerita. La risposta viene dallo stesso dottor Volke: “Abbiamo sviluppato una speciale calamita, delle dimensioni di una barretta di cioccolata. Il medico può tenerla in mano durante l’esame e muovere la pillola lungo il corpo del paziente. La telecamera contenuta nella pillola seguirà fedelmente la mano del dottore”, spiega Volke.
La microcamera è contornata da minuscoli LED bianchi che illuminano la zona da riprendere (vedi qui la foto ad alta risoluzione). Secondo quanto riferiscono i luminari, in fase di test è stato possibile governarla per ben dieci minuti, anche con il paziente seduto.
Chi segue Punto Informatico sa che inserire una telecamera in una pillola non è una novità , come non lo è, in generale, l’introduzione non invasiva nel corpo umano di strumenti diagnostici che comunicano con l’esterno. La vera innovazione, dunque, è data proprio dall’introduzione di un elevato tasso di “governabilità”, a cui medici e addetti guarderanno con piacere per le maggiori potenzialità diagnostiche.
Marco Valerio Principato
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