UPDATE 04/01 14:15 : Una lettera di rettifica (PDF) è stata inviata al Sole24Ore, che ieri aveva pubblicato un articolo sugli stessi toni di quello di Punto Informatico , e ribadisce la versione sostenuta dall’account Twitter @AmbasciataBLR . Si tratterebbe solo di lotta all’evasione fiscale, dice il diplomatico bielorusso che si firma Evgeny Shestakov.
UPDATE 04/01 13:00 : L’account Twitter @AmbasciataBLR (non verificato) che si dichiara “Ambasciata della Repubblica di Belarus, Roma”, ha così twittato :
Falsa la notizia su @puntotweet circa la #Bielorussia. Lì solo nuove multe per evasori fiscali e trasgressori legge sicurezza.
Al momento non ci sono altre notizie, se non l’ ennesima ricostruzione fatta questa volta da BBC che ricalca a grandi linee quanto scritto nell’articolo.
Roma – In un mossa a dir poco sproporzionata, la Bielorussia ha deciso di rendere praticamente illegale la navigazione su siti Internet stranieri .
Secondo la legge 317-3, 25 novembre 2011, che entrerà in vigore dal prossimo 6 gennaio, tutte le aziende e gli imprenditori interessati a lavorare online nel paese dovranno adottare domini domestici per offrire servizi, effettuare vendite o anche scambiare messaggi email.
Questa misura legislativa, che si aggiunge alle misure già adottate contro i social media, deve ora trovare l’applicazione tecnica, adottabile attraverso un filtro o un’altra forma simile di restrizione tecnica alla navigazione dei singoli utenti, e in quanto tale potrà essere superata più o meno facilmente dai più esperti. Basti pensare come anche un’autorità locale tecnologicamente portata al controllo come quella di Pechino abbia qualche difficoltà a tenere tutto sotto controllo all’interno della propria rete nazionale. Ciò non toglie, tuttavia, che tutti i netizen meno dotati resteranno alla mercé dei siti nazionali su cui le autorità avranno la possibilità di far valere il loro controllo.
Tuttavia il governo ha già dato disposizione affinché “le autorità fiscali, la polizia e i servizi segreti siano autorizzati ad iniziare investigazioni e indagini e a denunciare eventuali violazioni”. Inoltre gli Internet provider e i gestori di Internet Point e altri punti di accesso saranno considerati responsabili di eventuali violazioni e multati di conseguenza se non identificheranno e riporteranno alle autorità i netizen che si sono connessi a siti esteri dalle loro postazioni .
Al contrario, le autorità della Malaysia si sono schierate dalla parte della Rete e reso obbligatorio il dotarsi di una rete WiFi accessibile dai propri clienti (se non gratuitamente quanto meno ad un “prezzo ragionevole”) per i nuovi ristoranti e quelli che devono rinnovare la licenza. Accanto a quest’intervento normativo Kuala Lumpur intende continuare ad investire per estendere i luoghi pubblici dov’è offerta una rete WiFi pubblica e gratuita.
Claudio Tamburrino