Anche quest’anno è Facebook l’azienda che colleziona più premi nell’ ambito Big Brother Award , la manifestazione nata per eleggere chi più ha danneggiato la privacy nell’anno corrente.
Il social network ha ricevuto il premio come “Peggiore azienda privata” insieme a Sony Entertainment Systems , con 16 voti ciascuna su un totale di 40 votanti. A Facebook va anche il riconoscimento come “Tecnologia più invasiva”, superando in voti il Sistema telecamere IMOB – ACTV di Venezia, l’azienda Akamai, Dropbox, il GPS e gli smartphone.
La categoria “Lamento del popolo”, che assegna un premio a chi riceve il maggior numero di nomine, non è stata assegnata a causa di un ex-aequo “a tre” tra Telecom Italia, Facebook ed il Ministero dell’Interno.
Per la sezione “Peggior ente pubblico”, volta a individuare l’organizzazione pubblica che ha danneggiato maggiormente la privacy dei cittadini, la giuria ha premiato la Posta Elettronica Certificata (PEC) e la CEC-PAC, a differenza dell’anno scorso in cui a vincere erano state le ASL (aziende sanitarie locali).
L’unico premio “in positivo” della manifestazione, quello destinato all'”Eroe della privacy” ossia alla persona o ente che ha meglio tutelato la privacy attraverso una scoperta o un’azione di particolare rilevanza, è andato a Stefano Rodotà per la sua opera nella proposta legislativa di modifica costituzionele di Articolo 21 . Il giurista italiano è riuscito a spuntarla su un concorrente d’eccezione, il fondatore di Wikileaks Julian Assange.
Cristina Sciannamblo