Il filantropo e co-fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha rilasciato una lunga intervista al programma Today in cui ha toccato diversi temi, tra cui la chiacchierata acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk.
In realtà, sembra che il miliardario non abbia un’opinione chiarissima sulla questione: meglio, non pare volersi sbilanciare particolarmente, asserendo come il social network rischia di peggiorare ma anche di migliorare nelle mani del fondatore di Tesla.
Bill Gates: Twitter con Elon Musk? Può essere peggiore…ma anche migliore
Alla domanda specifico sull’argomento, Bill Gates ha effettivamente risposto in maniera abbastanza semplice, lasciando pensare di non essere molto interessato al riguardo:
“Penso che sia possibile che Twitter possa peggiorare, ma potrebbe anche migliorare“.
Quando gli viene ricordato che Elon Musk lo ha recentemente attaccato proprio pochi giorni fa, il co-fondatore di Microsoft la prende con filosofia sostenendo che in fondo non è necessario che il “collega” miliardario abbia toni gentili con lui.
Bill Gates ha poi parlato di questioni che lo riguardano più da vicino. Il divorzio con Melinda French Gates, annunciato l’anno scorso dopo 27 anni di matrimonio, non comprometterà, dice, la gestione dell’ente benefico Bill & Melinda Gates Foundation.
Lo statunitense torna anche sul Covid-19, affermando di riderci quasi su quando pensa alle tante persone che lo attaccano per le sue massicce donazioni a favore dei vaccini. E avverte, parlando di Musk, Jeff Bezos e Sir Richard Benson e della loro ricerca verso lo spazio:
“Non è il mio sogno seguirli in questa avventura. Il mio obiettivo è eradicare la poliomielite e poi tornare a combattere la malaria. Incoraggerò gli altri che hanno avuto un enorme successo come il mio a restituirlo verso le giuste cause, penso che la filantropia possa ottenere molto dal loro contributo“.
Bill Gates ha di recente pubblicato un nuovo libro in cui parla di come prevenire l’esplosione di una prossima infezione, sottolineando tuttavia come è abbastanza improbabile che passeremo altri 20 anni senza vedere un altro focolaio che abbia le potenzialità di diventare una pandemia globale.