Bill Gates sull'acquisizione di TikTok: per MS un ''calice avvelenato''

Gates su Microsoft-TikTok: ''calice avvelenato''

Le perplessità dell'ex CEO sulla possibile (e probabile) acquisizione del social network, ora cinese, da parte del gruppo di Redmond.
Gates su Microsoft-TikTok: ''calice avvelenato''
Le perplessità dell'ex CEO sulla possibile (e probabile) acquisizione del social network, ora cinese, da parte del gruppo di Redmond.

Anche il co-fondatore Bill Gates (oggi impegnato su altri fronti) si unisce alla schiera di coloro che non hanno ben chiari i piani di Microsoft in merito all’acquisizione di TikTok. In un’intervista a Wired l’ex CEO ha definito l’affare un “calice avvelenato”, lasciando trapelare le proprie perplessità in merito.

Nessuno sa cosa accadrà con questo accordo, ma sì, è un calice avvelenato.

L’acquisizione di TikTok? Un calice avvelenato

La mossa consentirebbe al gruppo di Redmond di estendere in modo considerevole il proprio raggio d’azione nell’ambito dei social network dove, va ricordato, già controlla da alcuni anni LinkedIn. TikTok sarebbe però altra cosa, anzitutto per il target a cui si rivolge.

Secondo Gates una delle sfide più grandi che la società si troverebbe a dover affrontare è quella che riguarda la moderazione dei contenuti, tema particolarmente delicato considerando il pubblico prevalente giovane e giovanissimo calamitato dalla piattaforma.

Dal suo punto di vista risulta poi poco comprensibile cosa abbia spinto Trump a chiedere che una parte della somma eventualmente versata da Microsoft finisca nelle casse pubbliche degli Stati Uniti. Ne sapremo ad ogni modo di più entro un mese: la data fissata come termine ultimo per la stretta di mano è quella del 15 settembre, altrimenti cinque giorni più tardi potrebbe scattare il ban dell’applicazione negli USA.

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Portare un social tanto popolare nelle mani di una realtà americana potrebbe però, sempre secondo Gates, far bene alla concorrenza in un settore che oggi vede Facebook dominare in modo netto. L’unico vero competitor è Twitter, anche se i suoi numeri non si avvicinano a quelli del colosso controllato da Zuckerberg.

Fonte: Wired
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Pubblicato il
9 ago 2020
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