La pandemia da Covid-19 finirà tra 2 anni: parola di Bill Gates. Una valutazione rilasciata ai microfoni de La Stampa, con toni minacciosi circa il futuro prossimo: l’autunno rischia di portare il mondo in una nuova spirale pericolosa ed occorre agire rapidamente se non si vuole ricadere nel terrore della scorsa primavera.
Bill Gates: altri 2 anni di Covid?
Bill Gates è di diritto uno dei nomi di maggior influenza a livello globale per tutto quel che riguarda la pandemia in corso. La sua previsione in tempi non sospetti ed il suo impegno per i vaccini poi lo hanno posizionato in ruolo di grande rilevanza, pur non avendo un ruolo diretto se non come promotore della futura campagna di vaccini a livello globale. A tutto ciò si aggiungano due elementi che, in un modo o nell’altro, hanno aggiunto enfasi alle sue parole: da una parte i complottisti che hanno visto nel suo impegno un interesse miliardario; dall’altra parole al vetriolo contro Donald Trump, che ancora una volta hanno polarizzato l’opinione sul fondatore della Microsoft.
Ma occorre parametrare le parole di Gates all’impegno che lo stesso magnate sta portando avanti con la Bill&Melinda Gates. Trattasi infatti di un impegno orientato anzitutto ai paesi più poveri, laddove il vaccino rischia di non arrivare rapidamente e di creare quindi un profondo gap economico e sanitario che non si potrebbe colmare se non con gravissimi costi sociali ulteriori. Sta in questa prospettiva la differenza tra le previsioni di Gates (2 anni) e quelle del ministro Speranza, secondo cui entro 6 mesi l’Italia potrebbe essere fuori dal tunnel: tutto sta a come si reagirà alla pandemia, ai compromessi sanità/economia che si intraprenderanno ed alla capacità di osservare le misure di distanziamento e protezione.
Gates a suo tempo si è esplicitamente felicitato per l’azione italiana contro il coronavirus e ora rivela al nostro Paese i suoi timori per l’autunno USA e per la gestione dei vaccini che verranno. Anche solo un vaccino efficace al 60% potrebbe essere di grande aiuto, abbattendo la parabola esponenziale della malattia e riducendone ampiamente la portata. A quel punto si potrà fare una previsione più precisa su quel che succederà: “Il prossimo anno porteremo giù il numero dei morti, e nel 2022 la pandemia finirà“.
A quel punto sarà tutto finito? No, a quel punto Bill Gates tornerà da dove tutto è iniziato: il mondo non deve prepararsi a combattere il Covid-19, ma deve attrezzarsi per combattere qualsivoglia pandemia il futuro tornerà a presentare. Perché succederà, perché è già successo, perché sta succedendo e quindi non ci si può nascondere dietro complottismi, revisionismi o superficialità.
Le previsioni di Gates sono state fin qui allineate a quelle dell’OMS, organizzazione ritenuta centrale nel coordinamento delle strategie anti-pandemia. Alla luce di queste indicazioni, aziende e mercati hanno in mano una visione di medio periodo più chiara e utile e dovranno attrezzarsi di conseguenza: il mondo del lavoro non ha bisogno di buone notizie, ma di previsioni quanto più precise possibili. Aspettare le buone notizie senza attrezzarsi per quelle negative significa andare incontro ad un autunno oltremodo difficile.