In questo 2020 ci siamo abituati a rinunciare ai viaggi di lavoro, abbiamo preso confidenza con il concetto di smart working e con gli strumenti utili per rimanere operativi anche da casa. Un cambiamento repentino e forzato, nel nome del distanziamento, reso necessario dal dilagare della piaga COVID-19. E ora che il vaccino (anzi due, quello Pfizer e quello Moderna) si palesa all’orizzonte non più come mera utopia, ma come speranza concreta, siamo pronti a tornare alla normalità? In ogni caso non accadrà, parola di Bill Gates.
Viaggi di lavoro e rientro in ufficio post-COVID, secondo Gates
L’ex numero uno di Microsoft è tornato sul tema prendendo parte alla conferenza DealBook organizzata dal New York Times. Dal suo intervento una frase in particolare merita di essere estrapolata e tradotta, quella con riferimenti concreti alle trasferte e alla fase del rientro in ufficio: secondo Gates nulla sarà come prima, almeno non del tutto.
La mia previsione è che oltre la metà dei viaggi di lavoro e oltre il 30% dei giorni in ufficio spariranno.
Una previsione quella di Gates che non pare troppo azzardata. Chi ha adottato la formula dello smart working, pur tra mille difficoltà, ha anche iniziato ad apprezzarne i vantaggi a cui difficilmente sceglierà di rinunciare dopo che il coronavirus sarà diventato un brutto ricordo.
Un trend che non può che interessare anche le trasferte: incontri e meeting andranno in scena sempre più passando dalle piattaforme cloud e sempre meno in presenza. Non sarà semplice, ma adattarsi. È chiamata a farlo l’industria degli eventi, una di quelle più colpite dal cambiamento improvviso. Andranno anche definiti nuovi equilibri nel rapporto tra aziende e dipendente o collaboratore per evitare che gli oneri finiscano per gravare esclusivamente su questi ultimi.