Esattamente una settimana fa, nella giornata del 6 luglio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che al momento ci sono 21 potenziali vaccini per il coronavirus in fase di test su essere umani (su base volontaria). In molti hanno obiettato che affidare ai singoli paesi il compito di gestire l’eventuale distribuzione di una cura efficace contro la malattia porterebbe a conseguenza disastrose. Tra questi c’è anche Bill Gates.
Gates su COVID-19: il vaccino dove necessario, non dove conviene
L’ex numero uno di Microsoft, ora impegnato al fianco della moglie su progetti umanitari con la Bill & Melinda Gates Foundation, è intervenuto sulla questione auspicando che siano prese decisioni a beneficio della collettività e non solo tenendo conto degli interessi economici.
Il suo è un intervento sul tema che vale la pena riportare per diverse ragioni: la fondazione ha fin dalle prime fasi dell’emergenza devoluto fondi a sostegno di chi ha operato per garantire assistenza sanitaria laddove necessario e Gates è stato più volte preso di mira da campagne di disinformazione messe in campo con l’obiettivo di metterne in cattiva luce l’operato. Ha anche investito al fine di accelerare la ricerca di un vaccino efficace per fermare la diffusione di COVID-19. Queste le sue parole.
Se lasceremo semplicemente che i medicinali e i vaccini vadano a chi fa l’offerta migliore anziché alle persone e ai luoghi in cui vi è più necessità, andremo incontro a una pandemia più lunga, ingiusta e più letale. Abbiamo bisogno di leader che prendano queste difficili decisioni a proposito della distribuzione basandosi sull’equità, non solo su fattori guidati dal mercato.
Nei mesi scorsi Gates si è schierato a favore del sostegno all’OMS dopo che l’amministrazione Trump ha confermato l’intenzione di sospenderne i finanziamenti, proprio nel mezzo della crisi sanitaria.