Il trend del momento sembra abbastanza chiaro, visto che tantissimi sono colossi della blockchain che stanno investendo in media digitali, perciò non dovrebbe esserci nulla di sconcertante nella volontà da parte di Binance di investire ben 200 milioni di dollari in Forbes. Sennonché, solo due anni fa circa, la stessa Binance aveva citato in giudizio Forbes con l’accusa di diffamazione, storia che, ancora oggi, non sembra essersi del tutto concluso. Perché allora procedere con tanta sicurezza in un investimento del genere? Vediamone tutti i dettagli.
Dopo le accuse di diffamazione, Binance investe 200 milioni di dollari in Forbes
Partiamo subito col dire che la scelta di Binance non sembra avere collegamenti diretti con le accuse per diffamazione di qualche anno fa, ma soltanto con il fatto che “mentre le tecnologie Web3 e blockchain avanzano e il mercato delle criptovalute diventa maggiorenne, sappiamo che i media sono un elemento essenziale per costruire una comprensione e un’educazione diffusa dei consumatori”, ha dichiarato il CEO Changpeng ‘CZ’ Zhao.
Forbes è ovviamente una delle testate giornalistiche più importanti negli Stati Uniti, perciò questa può rappresentare forse la scelta più sensata da fare, tralasciando gli scontri del passato. Ricordiamo infatti che, solo due anni fa, la stessa Forbes, tramite un articolo pubblicato sul proprio sito Web, accusava Binance di essere stata “progettata per ingannare intenzionalmente le autorità di regolamentazione e trarre profitto di nascosto dagli investitori di criptovalute negli Stati Uniti”.
Binance continua ad affermare che le suddette dichiarazioni siano completamente false, ma nonostante ciò, all’inizio del 2022 l’articolo risulta essere ancora disponibile per la lettura, mentre l’azienda sembra aver mollato la presa con le accuse mosse verso la testata giornalistica.
Potrebbe quindi essere il momento di muoversi in maniera differente, cercando quindi di instaurare un rapporto diverso rispetto a quello conflittuale, così che entrambe le compagnie riescano a trarre vantaggio dalla attuale (e futura) situazione economica mondiale. Quello che importa alla fine è che l’accordo c’è e sembra voler continuare ad esistere ancora per molto tempo.