A Londra, l’Alta Corte di Giustizia ha imposto a Binance di identificare gli autori della violazione perpetrata il 6 giugno e costata 2,6 milioni di dollari in criptovalute a Fetch.ai, realtà con sede a Cambridge e a Singapore, fondata nel 2017 e attiva nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Exchange e asset rubati: il caso Binance-Fetch.ai
L’exchange è chiamato a risalire ai responsabili del furto e a bloccare i loro account. Un portavoce della piattaforma ha confermato che la società è già all’opera per garantire il recupero degli asset e per garantire la conformità agli standard e alle normative dei paesi in cui è accessibile. Quanto accaduto costituirà un precedente.
Chi ha commesso la rapina si è liberato un meno di un’ora del bottino, cedendolo a terze parti in cambio di una frazione del valore, non potendolo movimentare diversamente a causa di restrizioni applicate al profilo. Riportiamo di seguito in forma tradotta la dichiarazione affidata a Reuters da un rappresentante dello studio legale che segue Fetch.ai: pone una questione delicata, quella relativa all’esigenza di definire regole tali da consentire la tracciabilità delle crypto.
Dobbiamo sfatare il mito che gli asset crypto siano anonimi. La realtà è che con le giuste regole e attraverso la loro applicazione, possono essere tracciate, rintracciate e recuperate.
Non è certo il più semplice dei periodi per Binance: ha appena perso il CEO del ramo USA, dimissionario, così come il Country Manager brasiliano. In Italia l’exchange è stato attenzionato dalla Consob, decidendo poi di interrompere l’offerta di future e derivati nel nostro paese.