Chi da tempo segue le evoluzioni legate al prezzo di Bitcoin non faticherà a ricordare le giornate nere nella seconda metà di maggio, quando il valore della crypto è sceso in modo significativo in breve tempo. Mercoledì 19, proprio nei momenti che hanno visto la moneta precipitare, l’exchange più importante al mondo in termini di capitali gestiti è risultato irraggiungibile: Binance fuori uso e gli investitori che hanno scelto la piattaforma per gestire il loro portfolio impossibilitati a fare trading per oltre un’ora. C’è chi ha perso una fortuna.
L’exchange più grande al mondo non ha una sede centrale
I tentativi di recuperare i fondi si sono perlopiù risolti in un nulla di fatto. Ne scrive il Wall Street Journal (link a fondo articolo) citando alcuni protagonisti della vicenda e mettendo in luce le difficoltà incontrate da coloro che stanno provando a intentare una causa legale nei confronti della società. Per quale motivo? Non ha una vera sede centrale. Fondata in Cina, formalmente ha un quartier generale nelle Isole Cayman e un altro alle Seychelles.
Due i gruppi al momento impegnati su questo fronte, uno in Francia e l’altro in Italia. Quest’ultimo ha inviato lettere a ben 11 indirizzi europei differenti riconducibili all’exchange e un’email al servizio assistenza.
La piattaforma si è limitata e replicare che episodi di volatilità estrema come quello verificatosi il 19 maggio possono creare colli di bottiglia
dal punto di vista tecnico, di fatto scansando ogni responsabilità per l’accaduto. Nei giorni scorsi il CEO Changpeng Zhao ha dichiarato che la società è al lavoro per garantire la conformità a quanto previsto dalle regole dei paesi in cui opera, dimenticandosi però di chiarire quali siano.
Tra coloro che sono stati colpiti dal down del 19 maggio, alcuni hanno ricevuto una sorta di indennizzo, alcuni mesi di accesso gratuito alle funzionalità premium di Binance. Poco, a fronte di perdite in alcuni casi stimate in decine di migliaia di dollari. A qualcuno è andata decisamente peggio: secondo il Wall Street Journall, il 33enne Fawaz Ahmed ha visto smaterializzarsi l’equivalente di 3 milioni di dollari.
Di recente la Financial Conduct Authority britannica ha imposto lo stop dell’attività a Binance nel Regno Unito, l’istituto bancario Barclays ha sospeso i trasferimenti di denaro verso l’exchange e pochi giorni fa si sono fermati anche i bonifici SEPA in tutta Europa. Oltreoceano, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha avviato nel mese di maggio un’indagine al fine di chiarire l’eventuale ruolo della piattaforma in attività legate a riciclaggio ed evasione fiscale. Anche per questo le autorità a livello globale, incluso quelle del vecchio continente, stanno pensando a come regolamentare il trading delle criptovalute.