Non una semplice concessione al severo quadro nomrtaivo cinese, che impedisce ai cittadini della Rete di informarsi in maniera imparziale riguardo ad argomenti che Pechino ritiene sospetti: Microsoft, attraverso Bing, avrebbe eretto delle barriere all’accesso all’informazione a discapito di tutti coloro che digitino le proprie ricerche in caratteri cinesi.
A rilevare quella che immediatamente viene additata come censura è il blog greatfire.org , gestito da Charlie Smith e dagli attivisti che hanno sviluppato Freeweibo.com , servizio che consente di aggirare la Grande Muraglia digitale imposta della autorità sulla Rete cinese. La prova effettuata è semplice: sono stati confrontati i risultati delle ricerche relative a temi sensibili sulla versione in inglese di Bing, sulla versione in lingua cinese di Bing.com e sulla versione di Bing localizzata a favore dei cittadini della Rete cinesi (tutte gestite su server statunitensi e su un unico dominio), consultate sia dalla Cina che dagli States.
I risultati hanno sorpreso i ricercatori: se si attendevano di scontrarsi con risultati di ricerca pesantemente artefatti sulla versione cinese di Bing cercando dalla Cina, non si aspettavano di imbattersi in pagine dei risultati analogamente censurate cercando sulla versione cinese di Bing dagli Stati Uniti. Le ricerche operate per il corrispettivo in cinese di “Dalai Lama” sono risultate parziali e in linea con i dettami di Pechino, con la sola differenza che cercando dagli States Microsoft non ha offerto alcuna segnalazione dell’avvenuta censura, mentre cercando dalla Cina l’utente è avvertito dal fatto che alcuni risultati sono stati rimossi perché in violazione delle leggi locali. Per quanto attiene la versione internazionale di Bing , risultati altrettanto anomali: la censura è operata sia cercando dalla Cina, sia cercando dagli States, con i risultati delle ricerche operate dagli USA censurati senza alcun tipo di segnalazione. Bing sembra mostrare un comportamento analogo con le ricerche relative a Freeweibo, il servizio gestito dagli stessi attivisti: le chiavi di ricerca digitate con caratteri cinesi conducono, per tutte le variabili prese in considerazione, a risultati pesantemente censurati rispetto alle chiavi di ricerca con caratteri occidentali.
Sono invece diversi i risultati ottenuti con ricerche in lingua cinese relative agli incidenti di Piazza Tienanmen: le ricerche condotte dagli States restituiscono risultati completi, mentre le ricerche operate dalla Cina sono filtrate secondo le direttive delle autorità.
Se la parzialità dei risultati riscontrata su Bing e non su altri motori di ricerca ha fatto gridare ad una presunta operazione di censura globale attiva per la lingua cinese , proprio queste discrepanze rilevate su parole chiave come quelle legate agli scontri di piazza Tienanmen hanno spinto gli attivisti ad ammettere l’eventualità di un errore tecnico da parte di Microsoft. Che, sollecitata ad offrire una spiegazione, ha in un primo momento rifiutato di commentare.
Redmond è poi intervenuta per chiarire la propria posizione, spiegando ai media occidentali che le ricerche condotte al di fuori dai confini cinesi, entro i quali le leggi impongono di operare una selezione , non sarebbero affatto alterate rispetto a quanto determinano gli algoritmi. Divisa fra gli interessi commerciali che sul mercato cinese impognono delle scelte etiche e la necessità di offrire al mondo un’immagine senza ombre, Microsoft ha in passato scelto di aderire a Global Network Initiative, e per questo motivo “si attiene ad un severo complesso di procedure interne in base alla quali risponde a specifiche domande dei governi che chiedono di bloccare l’accesso ai contenuti”.
Ma Microsoft ammette l’ errore : “abbiamo mostrato delle notifiche di rimozione non corrette per alcune ricerche messe alla prova nel report ma i risultati in sé sono e restano inalterati dentro e fuori dalla Cina”. Per quanto attiene invece l’assenza completa di Freeweibo dalle pagine dei risultati, Redmond dichiara che il sito era stato in passato segnalato come inappropriato, e quindi era stato deindicizzato, ma ora sarebbe tornato a figurare fra i risultati.
Gli attivisti, però, rimangono insoddisfatti dalla risposta di Microsoft: molti dei dubbi permangono e, nonostante emergano ulteriori discrepanze , alcune delle chiavi di ricerca continuano a restituire risultati censurati. Ne sarebbe la prova la ricerca del corrispettivo in lingua cinese di Freegate , servizio proxy che assicura ai netizen cinesi di scavalcare la Grande Muraglia digitale: se ad esempio Google offre risultati non filtrati , Bing non permette di procedere .
Gaia Bottà