La pirateria distrugge l’arte. Questo è il grido che da tempo le grandi multinazionali dell’entertainment lanciano in tutti i canali media. Per arrestare il fenomeno c’è chi sceglie la dura lotta, a suon di processi e sanzioni e chi invece decide di persuadere i pirati del web, rendendo l’acquisto dei giochi molto più appetibili della possibilità di procurarseli illegalmente. Questa è la filosofia messa in atto da BioWare, software house canadese passata alla gloria con titoli ormai epici come Baldur’s Gate e Neverwinter Nights.
Se il ramo console sembra non subire danni evidenti, con numeri destinati a crescere, il settore videoludico per PC rischia una vera crisi : nel 2007 sono stati incassati solo 900 milioni di dollari provenienti da giochi per PC, a fronte di un introito complessivo di circa 19 miliardi di dollari. Dato clamoroso, considerato che si riferisce all’analisi delle vendite in Nordamerica. A questo punto bisognerebbe stabilire se e quanto la pirateria influisca sul calo delle vendite, o se alla base della crisi ci sia anche una vera e propria migrazione di utenti verso il mercato delle console. Il nocciolo della questione è questo: in un mercato già disastroso potrebbe la pirateria infliggere il colpo di grazia?
Se lo sarà domandato di certo Ray Muzyka, co-ceo di BioWare: “Stiamo creando molti contenuti scaricabili dopo l’acquisto per tutti i nostri titoli per PC in fase di sviluppo” ha dichiarato in un’intervista al blog di MTV Multiplayer . “Di sicuro la strada migliore e di maggior successo per prevenire la pirateria è quella di avere gamer che vogliono il tuo gioco, che credano che sia di qualità, che comprendano che il titolo permetterà loro di ottenere molto di più e per lungo tempo”.
Anche in vista dell’uscita dell’atteso Dragon Age – atteso per oggi – Muzyka ha ribadito che vi sarà un’ampia sezione di contenuti extra scaricabili dagli utenti che acquisteranno il gioco, come già accaduto per il celebre Mass Effect, e ha assicurato che il gioco avrà una maggiore longevità, proprio grazie alla politica adottata. L’idea è quella di stabilire un rapporto di fedeltà con il giocatore, premiando ed incentivando tale fedeltà con riconoscimenti, materiale extra, espansioni. Una filosofia in controtendenza nell’annoso dibattito sulla violazione dei diritti d’autore: piuttosto che punire chi sbaglia si sceglie di premiare chi si dimostra corretto e leale.