Aggiornato il sito di Bip Mobile , ora il MVNO ha diffuso la propria ricostruzione dei fatti che hanno portato al blackout delle comunicazioni per i propri clienti. Secondo l’operatore virtuale “Non è stata Bip (…) a lasciare senza servizio i propri clienti! Al contrario, Bip ha cercato in tutti i modi di opporsi a tale scelta per tutelare la propria azienda e i propri clienti”: in altre parole, come si legge nel corso del lungo comunicato, la responsabilità di aver lasciato senza linea gli oltre 200mila possessori di una SIM card Bip sarebbe solo e soltanto di Telogic . Che avrebbe, di fatto, violato ogni regola e delibera imposte da AGCOM: la chiosa di Bip è piuttosto dura, “I dubbi sulla legittimità dell’operato di Telogic sono, dunque, molti e di particolare gravità!”.
Secondo Bip, “L’operato di Telogic è stato subdolo ed incontrollabile a partire dai primi giorni di ottobre quando ha, prima, disabilitato, senza preavviso, i servizi di segreteria per tutti i clienti e poi, a novembre, ha ridotto a pochi Kbps la banda delle comunicazioni dati UMTS. Entrambe le azioni sono state giustificate da Telogic come fault delle loro piattaforme e mai risolti”. Ancora, la decisione di Telogic di chiudere completamente i rubinetti sarebbe arrivata all’improvviso, senza dar modo a nessuno di organizzarsi: né Bip, né gli utenti, “per garantire loro, in particolare, la possibilità di MNP e la conservazione del credito residuo al giorno in cui Telogic ha interrotto i suoi servizi”. Come inoltre riportato anche nei commenti di Punto Informatico dai lettori, nonostante il disservizio la fatturazione proseguirebbe indisturbata : “Dopo aver bloccato tutte le chiamate, Telogic oggi continua ad erodere illegalmente credito telefonico dalle SIM dei nostri clienti allo scadere delle loro opzioni attive”.
Quanto ai problemi finanziari di Telogic, Bip Mobile propone una propria ricostruzione: “Nei mesi precedenti Bip aveva, comunque, regolarmente pagato a Telogic sia il traffico sia la fornitura di ben 500.000 SIM card (pagate a Telogic in anticipo e consegnate soltanto parzialmente a Bip), mentre Telogic, già in grave sofferenza, non provvedeva a pagare il suo fornitore principale H3G, né gli altri subfornitori essenziali (come Capernow A/S e Materna GmbH). A seguito dell’insolvenza del gruppo Telogic (culminato nel fallimento della capogruppo danese, dichiarato il 1 agosto), Bip era costretta a sostenere finanziariamente i subfornitori Capernow A/S (danese) e Materna GmbH (tedesca), pagandoli direttamente proprio al fine di non vedersi interrompere il servizio”. Nonostante l’esposizione diretta di Bip, però, “Telogic, pur conoscendo bene le difficoltà di liquidità di Bip e senza tenere nel minimo conto i pagamenti già effettuati direttamente a favore dei citati subfornitori, pretendeva dalla stessa un pagamento immediato che era materialmente e giuridicamente impossibile fare”.
Quanto a Bip stessa, invece, il problema sarebbe originato dai prezzi all’ingrosso pagati per i servizi: “È necessario precisare, poi, che le difficoltà economiche e finanziarie di Bip sono state determinate dal fatto che Bip è stata costretta, almeno fino ad oggi, a vendere agli utenti finali i propri servizi sottocosto: infatti, nonostante le ripetute denunce presentate all’AGCM e all’AGCOM, Telogic e H3G (3 Italia) le hanno imposto prezzi all’ingrosso assai più alti di quelli che la stessa H3G e gli altri gestori mobili praticano ai loro clienti finali. Nessuna azienda potrebbe restare a lungo sul mercato se costretta ad operare strutturalmente in perdita!”. Dunque alcune tariffe di Bip erano effettivamente vendute a un prezzo inferiore a quanto pagato per ottenere il servizio da parte del MNO (Tre) e dell’enabler (Telogic): una situazione sostenibile solo nel breve periodo, che invece si è protratta mettendo nei guai Bip stessa.
A questo punto è molto complesso stabilire, senza che AGCOM indaghi e chiarisca esattamente cosa è accaduto, quanto effettivamente sia responsabilità di Telogic e quanto di Bip Mobile: le organizzazioni dei consumatori stanno già partendo con la raccolta di adesioni per una class-action, che andrà valutata non solo nel merito ma anche nella fattibilità visto che in caso di fallimento (di Bip o Telogic) sarebbe complesso ottenere un risarcimento. Bip non fornisce un’indicazione chiara su quale sarà il futuro della propria offerta telefonica : Telogic è in procinto di presentare un concordato preventivo al Tribunale di Monza, procedura con la quale chiarirà come e quando pagherà i propri creditori, e lo stesso si accinge a fare (presso il Tribunale di Roma) Bip, dopo aver presentato una domanda apposita la scorsa vigilia di Natale.
La chiusa, di quello che più che un comunicato stampa pare una lettera aperta ai propri clienti, è decisamente battagliera: “Noi di Bip non ci arrendiamo, forti della convinzione della bontà del modello di business che abbiamo ideato a tutto vantaggio degli utenti finali: da quando siamo entrati nel mercato delle TLC, infatti, la nostra filosofia di low cost ha fatto diminuire fortemente i prezzi dei servizi mobili, e ciò è innegabilmente sotto gli occhi di tutti (anche dell’AGCOM e dell’AGCM!). Bip è stata motore di cambiamenti radicali nel mercato italiano delle TLC mobili, a beneficio di tutti gli utenti. Se Bip morirà, i prezzi inevitabilmente risaliranno, e di molto!”. Nel frattempo è stato reso noto che l’ex-AD e socio di Bip Mobile Fabrizio Bona, che già vanta un curriculum importante con ruoli di primo piano svolti in Omnitel/Vodafone, Wind e TIM, ha lasciato da qualche tempo l’azienda, ed è entrato a far parte del management di Alitalia con la qualifica di chief commercial officer dell’ex-compagnia di bandiera.
Luca Annunziata