“A beneficio di tutti i nostri clienti e per coloro che ancora ci sostengono!”: inizia così l’ultimo annuncio pubblicato sul proprio sito da Bip Mobile, l’operatore virtuale finito offline alla fine dell’anno lasciando senza servizio decine di migliaia di utenti. Di evoluzioni vere e proprie non ce ne sono rispetto alla scorsa settimana, ma Bip vuole mettere in chiaro la propria versione dei fatti. Perché, rispetto al principio della vicenda, si va facendo chiaro che la causa del blackout è senz’altro legata ai dissidi tra le aziende più che il semplice quadro debitorio di Bip con Telogic, e di Telogic con Tre.
Per quanto riguarda la ormai celebre convocazione di AGCOM del 7 gennaio, rispetto a quanto già si sapeva sull’aumento al tetto delle portabilità giornaliere aumentate a 15mila, Bip fa sapere di aver chiesto a Telogic di riattivare il servizio voce in entrata (che non ha costi che andrebbero a variare la situazione economica attuale): Telogic ha risposto alla richiesta subordinando l’accoglimento a una precisa direttiva dell’Authority, che per ora non è arrivata. Sulla questione del credito residuo , altro aspetto poco chiaro della faccenda, Bip dice che non ha alcun controllo sull’erosione dello stesso dopo il blackout:: “ci teniamo a precisare che (…) tale circostanza, per espressa ammissione, è ascrivibile esclusivamente alla gestione tecnica della piattaforma di Telogic e, a tal riguardo, l’AGCOM anche in nostra presenza ha INTIMATO a Telogic di RIPRISTINARE la situazione del credito dei clienti Bip al 30 dicembre”.
La vera polemica si innesta tuttavia sulla tentata acquisizione di Bip da parte di Terra, azienda di Arezzo che ha già acquisito Telogic dopo l’inizio della sua sofferenza finanziaria: “Riguardo alle affermazioni apparse nel comunicato di Terra del 7 gennaio, secondo la quale Dopo mesi di trattative Terra e il management di Bip arrivano ad un accordo per il passaggio di consegne dell’operatore mobile , siamo costretti, nostro malgrado, a rilevarne l’assoluta falsità!”. Bip dice che accordo non fu mai raggiunto, stando al MVNO in virtù del fatto che le richieste di Terra erano irragionevoli: “È utile far presente che Terra, a mezzo del suo Presidente (Sauro Landi): 1. pretendeva di affittare inizialmente l’intera azienda di Bip pagando un canone mensile di soli 6.000 euro al mese, riservandosi la mera facoltà di acquistare successivamente l’intera azienda per soli 1,5 milioni di euro (…); 2. durante i mesi di trattative aveva formulato un’offerta lavorativa al capo tecnico di BIP, sottraendolo all’azienda; 3. nel frattempo, all’insaputa di Bip, aveva rilevato Telogic (dal fallimento della controllante danese) divenendone unico socio”.
Stando alla ricostruzione di Bip, dunque, la responsabilità del mancato accordo sarebbe tutta di Terra (che aveva comprato Telogic nel frattempo): e “In realtà, quindi, il mancato accordo con Terra è dipeso dalle condizioni inaccettabili che lei ci voleva imporre ed è stato la causa scatenante che ha condotto al noto distacco dei servizi (per il tramite della controllata Telogic) con modalità e tempi che lasciano pensare più ad una vendetta che non ad una effettiva esigenza di business”. Restano senza linea parecchie migliaia di utenti: e per loro, allo stato attuale, non c’è alcuna previsione possibile per una ripresa del servizio.
Luca Annunziata