La vicenda del MVNO Bip Mobile si sta facendo sempre più intricata: si delinea una vera e propria Caporetto per chi ancora non avesse traghettato le proprie utenze altrove. Nel corso di un incontro tenutosi ieri presso AGCOM, gli operatori avrebbero comunicato all’autorità di non avere intenzione di riconoscere il credito residuo di chi ha aspettato troppo per chiedere la portabilità , fissando la data limite allo scorso 13 gennaio. E, oltre al danno anche la beffa, Bip avrebbe informato AGCOM che pure i numeri di telefono potrebbero essere a rischio da ora in avanti.
La questione ruota attorno al concordato preventivo che One Italia, proprietaria di Bip, ha richiesto al Tribunale di Roma per fare fronte alla crisi dell’azienda: nonostante alcuni milioni di euro di credito residuo in pancia (le stime parlano di 2,5 milioni), di fatto la liquidità dell’azienda è bloccata per fare fronte al pagamento dei debiti , impedendo pare anche il saldo delle fatture agli attuali partner tecnici. In altre parole, Bip ha fatto sapere ad AGCOM (stando a quanto dichiarato da Adiconsum a Repubblica ) di non poter più pagare chi gestisce le numerazioni e la loro portabilità: chi ha fatto richiesta dopo il 13 di gennaio, o chi è ancora utente Bip, potrebbe da questo momento in poi non poter più salvare neppure il numero .
La faccenda va complicandosi di settimana in settimana: inizialmente pareva scontato che almeno il numero fosse al sicuro da ogni problema, mentre per il credito c’erano dei dubbi. Allo stato attuale tutti gli operatori hanno informato AGCOM che chi ha chiesto la portabilità prima del 13 gennaio ha ricevuto tutto quanto gli apparteneva, compreso il credito, anche se non sarà possibile ottenere la dovuta contropartita da Bip: da quella data in avanti, invece, gli operatori hanno iniziato a informare gli utenti che il passaggio del credito non sarebbe stato garantito, e dunque si viaggia in un regime di incertezza. Tre e Tiscali, in modo autonomo, hanno deciso di riconoscere comunque un bonus commerciale pari al credito residuo a chi opterà per un passaggio alle loro SIM (rispettivamente di massimo 100 e 60 euro): Wind sarebbe sul punto di fare lo stesso, mentre gli altri due operatori TIM e Vodafone escludono per ora ogni forma di compensazione unilaterale. In piedi resterebbe l’opzione del ricorso ai Corecom regionali , così da ottenere un eventuale risarcimento.
Quello odierno è probabilmente uno degli ultimi capitoli della saga di Bip: le cifre snocciolate dicono che 100mila clienti hanno già abbandonato il MVNO per altri lidi, e i restanti 60.000 o faranno lo stesso molto presto o non utilizzano affatto la SIM Bip e la lasceranno spegnersi definitivamente. Se anche Bip trovasse il modo di ripristinare il servizio ormai avrebbe perduto la maggioranza dei clienti e probabilmente anche i più redditizi. In futuro, per evitare che si ripetano situazioni analoghe, AGCOM sta pensando di accogliere la proposta delle associazioni consumatori di istituire un fondo di garanzia : alimentato dalle sanzioni comminate dalla stessa authority, servirà a salvaguardare proprio i diritti dei consumatori, come il credito residuo, visto che a quanto pare il quadro attuale non è in grado di farlo.
Luca Annunziata