Il governo statunitense lo aveva promesso dopo il sacco del business pirata di Silk Road , e ora dallo United States Marshals Service (USMS) arriva la notifica della messa all’asta di ben 29.656 Bitcoin sequestrati nei server del servizio riconducibile a Ross William Ulbricht.
Secondo l’attuale valore di cambio dei BTC, l’asta organizzata dallo USMS ha un valore di quasi 20 milioni di dollari: i 29.656 bitcoin confiscati dal governo statunitense risiedevano in 6 diversi wallet digitali trovati sui server di Silk Road, confermano dall’USMS, e nulla hanno a che fare con i BTC individuati sui sistemi hardware appartenenti al già citato Ulbricht. Stringenti le regole da rispettare per la partecipazione all’asta, con la presentazione di documenti identificativi forniti dal governo e un deposito bancario (in una banca statunitense) di almeno 200.000 dollari. Il miglior offerente si aggiudicherà l’asta e dovrà versare la somma dovuta in un’unica soluzione di pagamento.
Le autorità USA mettono all’asta i BTC mentre l’intera infrastruttura tecnologica della criptomoneta è messa alla prova dalla crescita del “mining pool” noto come GHash , al punto da divenire il sistema numero uno per quanto riguarda il mining di nuovi blocchi Bitcoin. Gli ignoti responsabili/contributor di GHash hanno provato più volte di avere sufficiente potenza hardware da coprire più del 51 per cento della potenza di calcolo alla base dell’infrastruttura Bitcoin, una situazione che cozza in maniera evidente contro la natura distribuita e (teoricamente) “P2P” della moneta virtuale e che potrebbe portare a rischi sia per la sicurezza che per il valore finanziario dell’intero network.
Una buona notizia per il sempre burrascoso fronte Bitcoin arriva però dall’ecosistema Apple, con le “app” pensate per l’uso e la gestione della criptomoneta che fanno di nuovo la loro comparsa sull’app store di iOS dopo l’importante cambio di policy recentemente deciso da Cupertino (e annunciato al WWDC ).
Alfonso Maruccia