Se qualcuno si dispera a causa di un weekend tragico in termini di quotazione per Bitcoin e altre criptovalute, dall’altra parte dell’oceano c’è che invece trova il risvolto positivo. Stiamo parlando di El Salvador che ha dichiarato di aver acquistato ai mini la regina delle crypto, ormai adottata dal Paese sudamericano. Ma quali sono gli elementi o, meglio ancora, le cause che hanno fatto scivolare le crypto sulla volatilità dei mercati finanziari e dell’inflazione? Si tratta di un mistero o, forse, qualcosa di comprensibile si può evincere?
Bitcoin: paura del rischio e inflazione sono i nemici della crypto
Un weekend da mal di stomaco per molti investitori che, a differenza dei tanti, avevano deciso di dare fiducia a Bitcoin. Mal riposta, dicono alcuni, a causa del ruzzolone che la sua quotazione ha fatto, facendo cadere il suo prezzo del 20%. Una settimana caratterizzata dall’alta volatilità che non ha fatto altro che alimentare i due nemici della crypto: paura del rischio e inflazione.
Quindi, gli elementi che hanno fatto da concausa al crollo di Bitcoin potrebbero essere stati fondamentalmente 3. Primo fra tutti la fuga dal rischio di diversi investitori. Secondo, l’ondata di vendite legata ai derivati e, terzo, ma non per importanza, la sua stessa volatilità. Un crollo che, come descritto ampiamente nel fine settimana, ha portato la regina delle crypto appena sopra i 42.000 dollari, per poi stabilizzarsi ai 47.000 dollari, circa.
Nonostante ci sia un forte interesse per Bitcoin da parte dei Paesi emergenti come l’Ucraina e altri, la criptovaluta non ha resistito a una serie di “attacchi” esterni che hanno generato panico nei mercati finanziari. Prima fra tutte, come ormai detto e ridetto, la nuova variante Covid-19, Omicron. A questa si è aggiunta la reazione della Federal Reserve alla tanto temuta inflazione.
Infatti, gli Stati Uniti d’America sono uno dei mercati principali per criptovalute. Ecco perché Bitcoin e le altre crypto guardano con preoccupazione alla possibile nuova stretta sulle regolamentazioni che potrebbero portare a nuove contrazioni di mercato.