Parafrasando Paolo Conte si potrebbe dire “Messico e criptovalute“. Già perché anche la Banca centrale del paese centroamericano è pronto a lanciare una propria valuta digitale centralizzata. E prevede di avere il suo Bitcoin entro il 2024. Almeno stando agli obiettivi del Governo messicano.
Lo scopo è quello di usare la più recente tecnologia di pagamento per favorire l’inclusione finanziaria in un’economia che si basa sul denaro contante per la maggior parte delle transazioni.
La Banca del Messico ha affermato che sta studiando lo sviluppo di una valuta digitale in più fasi. Utilizzerà come base per la piattaforma l’attuale sistema di pagamenti elettronici per espandere le opzioni di pagamento “in un quadro rapido, sicuro ed efficiente“.
Banca del Messico cambia idea su un Bitcoin centralizzato
Le autorità della banca centrale del Messico hanno discusso con le istituzioni finanziarie per l’implementazione e l’infrastruttura necessaria per lanciare una valuta digitale che potrebbe essere utilizzata per le transazioni di base.
Molte transazioni viene effettuato in contanti, soprattutto in considerazione della grande economia informale, che nel 2020 ha rappresentato circa il 22% del prodotto interno lordo del Messico.
La banca centrale, nota per le politiche monetarie ortodosse, ha messo in guardia contro i rischi di asset di criptovaluta emessi privatamente come bitcoin, data la volatilità del loro valore e la loro limitata accettazione. I funzionari, tuttavia, sono stati aperti alle valute digitali della banca centrale come un modo per promuovere l’inclusione finanziaria.
A giugno, il miliardario messicano Ricardo Salinas Pliego ha dichiarato che stava lavorando per far diventare il suo Banco Azteca la prima banca in Messico ad accettare bitcoin.
Di tutta risposta, la Banca del Messico, il ministero delle finanze messicano e i regolatori bancari e mobiliari hanno affermato che le criptovalute non avrebbero mai avuto corso legale in Messico. E che le istituzioni finanziarie non sono autorizzate a offrire operazioni con tali attività.
La Banca dei regolamenti internazionali con sede in Svizzera, guidata dall’ex governatore della Banca del Messico Agustín Carstens, ha affermato che un sondaggio del 2021 ha rilevato che l’86% delle banche centrali sta ricercando il potenziale per le valute digitali della banca centrale, il 60% sta sperimentando la tecnologia correlata e il 14% stava conducendo progetti pilota.
L’obiettivo della ricerca è determinare se tali valute salvaguardano la fiducia del pubblico nel denaro, mantengono la stabilità dei prezzi e garantiscono sistemi di pagamento sicuri, ha affermato la BRI.
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