Nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo, il prezzo di Bitcoin si attesta a 34.180 dollari (fonte CoinDesk). È in ripresa rispetto ai 28.814 dollari toccati nelle ultime 24 ore, ma ben lontano da quel record storico di 64.829 dollari fatto registrare a metà aprile. Per meglio comprendere le ragioni della caduta è necessario volgere lo sguardo in direzione del continente asiatico.
Bitcoin e le altre criptovalute scivolano: perché?
Gli analisti attribuiscono al giro di vite attuato dalla Cina nei confronti del mining gran parte della responsabilità. Simon Peters della piattaforma eToro afferma che La ragione principale della svendita è da ricercare nelle restrizioni cinesi sulle operazioni di mining e sui servizi bancari
. Il primo dei due grafici qui sotto rappresenta l’andamento di BTC nel corso dell’ultima settimana.
Osservando il fenomeno da una prospettiva più ampia emerge comunque in modo netto la crescita che ha interessato la criptovaluta nel recente passato. Questa l’immagine che fotografa i dodici mesi alle spalle.
Bitcoin non è la sola moneta digitale che sta risentendo della situazione, vale lo stesso per Ethereum.
Se da una parte alcune regioni della Cina stanno cercando di limitare l’attività di mining per via di questioni legate alla sostenibilità, dall’altra ci sono paesi come il Kazakistan che si dichiarano pronti a porsi come alternativa per gli addetti ai lavori. In tale contesto si inserisce l’attività di un gruppo come il Bitcoin Mining Council (nato su spinta di Elon Musk) il cui obiettivo dichiarato è quello di combattere la disinformazione sul tema: come abbiamo già avuto modo di sottolineare in più occasioni, non siamo certi che il tentativo di centralizzare nelle mani di pochi protagonisti interessati la gestione di un qualcosa per sua stessa natura decentralizzato sia la scelta migliore né quella più lungimirante.