Economista, professore, saggista, esperto di globalizzazione e appassionato difensore dei temi della sostenibilità: Jeffrey Sachs è tutto ciò, è stato inserito a più riprese tra le persone più influenti al mondo dalla rivista Time ed ora andrà elencato anche tra le voci che tuonano contro l’istituto del Bitcoin.
Jeffrey Sachs: no al Bitcoin
Una denuncia, quella di Sachs, che pesa non poco sulle speranze di quanti hanno investito i propri risparmi nella criptovaluta: l’economista è infatti intervenuto in Slovenia in occasione della conferenza “All About People: Digital Transformation in Science, Education, and Art” e non ha avuto mezzi termini nei confronti del Bitcoin. La definizione è infatti esplicita ed il giudizio tranchant: non contiene valore, non è uno strumento di scambio e non offre nulla in termini di valore sociale.
Una bocciatura su tutta la linea, pronunciata a chiare lettere. La disamina ritiene che il Bitcoin abbia sostanzialmente due problemi, il primo dei quali è il minore, ma dovrebbe già essere sufficiente per una bocciatura definitiva: “il mining è un incredibile spreco di risorse e un grande ed inquinante spreco di energia, con una grande quantità di emissioni di CO2 senza alcun riscontro sociale in cambio“. In questa tesi – del tutto conclamata e condivisa, argomentata da dati oggettivi inoppugnabili – Sachs è allineato a Gates e quanti altri prima di loro si son già schierati contro la natura stessa del Bitcoin. Ma c’è altro.
Sachs usa un semplice sillogismo per spiegarsi: se qualcuno stampasse Euro per proprio conto, saremmo tutti portati a pensare ad un gesto di contraffazione. Bisognerebbe dunque pensarla allo stesso modo nel momento in cui qualcuno produce criptovaluta che concorre all’acquisto dei medesimi beni, poiché si crea una competizione e dunque un punto di contatto tra le due realtà. Sachs, quindi, allontana la tentazione dei Bitcoin considerandoli nulla più che uno strumento di illecito, di evasione, di contraffazione. E di inquinamento.
Secondo l’economista, quindi, le banche centrali potrebbero pensare a modi più efficienti di circolazione della moneta (la valuta digitale dovrebbe avere spazi e li avrà), ma al tempo stesso dovrebbero seccamente respingere l’idea del Bitcoin ed evitare che la bolla possa continuare ad ingrandirsi. L’aria che la riempie, secondo Sachs, non produrrà nulla di buono. Ma il valore, nel frattempo, torna a sfiorare i massimi di sempre.