+18% nelle ultime 24 ore per Bitcoin, come conseguenza dell’effetto domino innescato dalla crisi di Silicon Valley Bank, il più rapido fallimento di sempre nella storia USA per una realtà del settore. Gli interventi del governo statunitense e della Federal Reserve, al fine di rassicurare e tendere una mano a depositanti e creditori, non si sono comunque rivelati sufficienti per tranquillizzare tutti coloro che ora rischiano di rimanere esposti al crollo.
La crisi della Silicon Valley Bank rilancia Bitcoin
BTC non è l’unica criptovaluta ad aver beneficiato di quanto sta accadendo. Quasi tutti gli asset del settore sono in positivo, compresi ETH (+13%), ADA (+12%), DOGE (+9%) e SOL (+14%). Insomma, gli investitori sono tornati a mostrare interesse nei confronti dell’ambito della finanza decentralizzata, dopo il crack del gruppo per lungo tempo vicino al mondo delle startup. Attenzione però a interpretare frettolosamente e in modo irresponsabilmente ingenuo il trend come una seconda primavera degli asset digitali.
Formulare previsioni a medio e lungo termine sull’evoluzione dello scenario attuale è pratica assai rischiosa. Lo è sempre e, in particolare, in questo momento. Va tenuto in considerazione anche il fallimento di Signature Bank, altra realtà legata a doppio filo all’universo crypto, fermata dalle autorità d’oltreoceano nel fine settimana. A completare il quadro, il terzo tassello del puzzle, quello costituito da Silvergate, ufficialmente collassata nei giorni scorsi.
Intanto, osservatore interessato del caso SVB è Elon Musk, che attraverso un post condiviso su Twitter, in risposta alla domanda di un follower, non ha escluso l’idea di acquisire la banca per trasformarla in una digital bank. Non è dato a sapere se l’uscita sia da etichettare come una provocazione o se il numero uno di Tesla e SpaceX abbia realmente intenzioni serie.