Titolo catastrofista o presa di coscienza di un epilogo già scritto? Lo studio The Future of Cryptocurrency pubblicato da Juniper Research analizza i trend che fin qui hanno interessato le criptovalute per immaginare l’evoluzione del mercato nei prossimi cinque anni. La previsione, in linea con quella di alcuni economisti, parla di una potenziale implosione per Bitcoin & co.
Bitcoin e crypto: sempre più giù
I segnali raccolti sono tutt’altro che incoraggianti: la moneta virtuale più nota ha fatto registrare una forte contrazione nel numero di transazioni quotidiane, dai circa 360.000 movimenti di fine 2017 ai 230.000 del settembre 2018. Nel medesimo arco di tempo si è passati da un valore complessivo mosso ogni giorno pari a 3,7 miliardi di dollari a 670 milioni. Prendendo in considerazione non solo BTC, ma anche Ethereum e le altre crypto, nel primo trimestre del 2018 ci si è attestati su operazioni per un totale da 1,4 trilioni di dollari, quasi raggiungendo gli 1,7 trilioni dell’intero 2017, ma dal Q2 in poi si è innescata una flessione che ha toccato il 75% nel secondo trimestre.
Basandosi sulle attività nella prima metà del Q3, Juniper stima un ulteriore calo pari al 47% nel valore delle transazioni rispetto al trimestre precedente.
A influire sul trend negativo, secondo i ricercatori, anche i complessi rapporti commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina, così come le problematiche legate alla Brexit che di certo non hanno aiutato a sfruttare il potenziale vantaggio insito nei sistemi e nelle soluzioni riconducibili all’universo FinTech rispetto a quelli della finanza più tradizionale. La predizione di Juniper Research lascia poco spazio alla speranza di una ripresa.
In breve, considerando le nostre preoccupazioni sia in merito alla valutazione innata di Bitcoin sia alle pratiche operative di parecchi exchange, pensiamo che l’industria sia sull’orlo di un’implosione.
Il futuro delle criptovalute
Il futuro è più che mai incerto: si naviga a vista tra la nascita di lobby che riuniscono i big del settore e i tentennamenti delle grandi banche d’affari d’oltreoceano, tra il primo approccio normativo adottato dall’Europa e i moniti delle istituzioni internazionali (Banca d’Italia compresa). Intanto Google intravede uno spiraglio e un’opportunità di business tornando ad accettare all’interno del proprio network l’advertising sulle monete virtuali e in Svizzera si annuncia la creazione di un istituto bancario basato sulla circolazione delle criptovalute.
La natura stessa dell’infrastruttura decentralizzata che regola Bitcoin e le altre crypto, così come una sostanziale assenza di regole condivise, rendono più difficoltoso attuare iniziative coordinate a supporto di un ecosistema che in ogni caso presenta delle enormi potenzialità, ma che in considerazione dei trend emersi rischia di trasformare una prospettiva ricca di opportunità in uno scenario apocalittico, economicamente parlando.