Le criptovalute non sono uno strumento di riciclaggio

Bitcoin e riciclaggio: come stanno davvero le cose?

Secondo la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication le criptovalute non sono lo strumento di riciclaggio che molti pensano.
Bitcoin e riciclaggio: come stanno davvero le cose?
Secondo la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication le criptovalute non sono lo strumento di riciclaggio che molti pensano.

Talvolta le criptovalute come Bitcoin vengono associate all’attività criminale, etichettate come strumento perfetto a cui ricorrere per la movimentazione di somme provenienti da fonti o traffici illeciti. Accade, non vi sono dubbi, il Dark Web ne è pieno di esempi, ma per il riciclaggio di denaro sporco pare si continuino a preferire metodi più tradizionali e consolidati.

Le criptovalute e il riciclaggio di denaro secondo SWIFT

È questo rivela il nuovo rapporto “Follow the money” redatto e pubblicato da SWIFT, la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication. Afferma che “i casi identificati di riciclaggio mediante criptovalute sono relativamente pochi se confrontati con il volume di denaro riciclato attraverso metodi più tradizionali”. Ciò non significa però che il problema non esista.

Sebbene i casi di riciclaggio tramite criptovalute identificati finora siano pochi, un paio hanno riguardato incidenti di una certa importanza per valori pari a diversi milioni di dollari. Le transazioni digitali attirano poiché condotte con una modalità peer-to-peer che elude le regole di conformità e i controlli “know your customer” condotti dalle banche richiedendo solitamente almeno un indirizzo email.

Certo i casi che testimoniano un impiego malevolo delle crypto non mancano, ne abbiamo scritto più volte anche su queste pagine: dalle piattaforme per l’acquisto di denaro sporco a schemi di vendita delle valute strutturati proprio a fini di riciclaggio.

Nella sua analisi SWIFT lancia un allarme per il futuro: i casi sono destinati ad aumentare, complice la comparsa di nuove monete virtuali basate su blockchain e protocolli che garantiscono una protezione ancora più spinta dell’anonimato così come della privacy. Un monito per gli addetti ai lavori, un giusto stimolo a mantenere un adeguato livello di attenzione. Non si deve però correre il rischio di demonizzare uno strumento che se utilizzato con le giuste modalità porta con sé un potenziale enorme.

Fonte: SWIFT
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Pubblicato il
8 set 2020
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