Dopo lo stop in Cina, il mondo delle criptovalute potrebbe dover fare i conti anche con l’introduzione di alcune restrizioni attualmente al vaglio presso le autorità in Russia. Stando a quanto trapelato, Mosca non starebbe pensando a un ban totale come quello imposto da Pechino, bensì a una legge ad hoc introdotta con l’obiettivo di proteggere chi sceglie di destinare i propri risparmi a un exchange, di fatto impedendo o limitando il trading per coloro non identificati come addetti ai lavori.
Criptovalute: la Russia vuol tutelare i piccoli investitori
La notizia è stata riportata oggi dall’agenzia locale Interfax, con riferimento alle parole di Anatoly Aksakov, membro della Duma di Stato con responsabilità per quanto concerne i mercati finanziari. Di seguito la sua dichiarazione in forma tradotta, dalla quale si evince l’intenzione di intervenire in primis a tutela dei piccoli investitori, che rischiano di rimanere stritolati dalle conseguenze delle dinamiche attuate dalle cosiddette balene.
Le monete digitali sono al centro della nostra attenzione. C’è la volontà di fornire la massima protezione per i nostri cittadini che investono in questi asset, poiché si tratta di strumenti nuovi e di difficile gestione per coloro non in possesso delle giuste competenze.
Una finalità condivisa dalla banca centrale del paese, i cui vertici hanno in più occasioni dichiarato di voler perseguire il medesimo obiettivo, in conseguenza al forte incremento nel volume delle transazioni che nell’ultimo periodo hanno interessato il trading di Bitcoin e altri asset della categoria, talvolta innescando fluttuazioni improvvise e imprevedibili dei prezzi, al rialzo o al ribasso. Prosegue Aksakov.
Le criptovalute sono associate a un rischio elevato, così come a un promettente ritorno economico. Gli investitori globali che vi riversano miliardi di dollari. Di certo dobbiamo fornire una legislazione specifica per proteggere quelli non professionisti, mettendoli in guardia da investimenti sconsiderati in valute digitali.