Non siamo ancora arrivati al livello di allarme, ma poco ci manca. Stando ai dati del Clark Moody Bitcoin Dashboard mancherebbe solo il 10% da estrarre dei 21 milioni di bitcoin disponibili. Di conseguenza, se il 90% è già stato minato, ciò vuol dire che presto potremmo assistere a uno shock improvviso che darà vita a un nuovo livello di FOMO. Una situazione pressoché nuova tale per cui potrebbe trovare impreparati i più. Al contrario, alcuni dei più grandi minatori pubblici stanno già conservando quanto minato essendosi imbarcati sul carro HOLD già da novembre.
Un nuovo livello di FOMO potrebbe essere alle porte per chi segue Bitcoin
Stando a quanto indicato nel report del Clark Moody Bitcoin Dashboard, potremmo essere molto vicini a un nuovo livello di FOMO. Questo accadrà quando tutti si accorgeranno che i bitcoin disponibili all’estrazione si stanno esaurendo. Una situazione nuova che potrebbe gettare nel panico coloro che investono in questa crypto e che potrebbe trascinarsi dietro anche le altre criptovalute strettamente influenzate dal suo andamento.
Ovviamente l’emissione di Bitcoin non ne determina la liquidità. Infatti le monete già minate e quindi emesse possono essere e sono merce di scambio nella rete. Tuttavia potrebbe succedere che molti minatori decidano di ridurre la vendita o addirittura conservare le monete estratte invece di immetterle sul mercato. Ciò non è così strano, dato che alcuni già lo stanno facendo, come ad esempio Hut 8. Questo minatore canadese ha deciso di conservare tutti i 256 BTC estratti a novembre portando così il suo patrimonio a 5.242 bitcoin. Ciò vuol dire che sul mercato inevitabilmente mancano alla vendita e come loro, molti altri.
A questo, se aggiungiamo l’aumento della domanda, ne deriva che a breve l’offerta potrebbe subire un forte shock e portare a un livello di FOMO mai visto prima. Sarà la consapevolezza delle persone, delle istituzioni e dei governi circa la scarsità di Bitcoin a generare panico e paura nei mercati crypto. Pensiamo solo alla recente notizia di alcune grandi banche, tra cui Goldman Sachs, che vorrebbero utilizzare Bitcoin come collaterale per i prestiti.