La Bitcoin Foundation, l’ organizzazione fondata nel 2012 con l’obiettivo di portare ordine ed equilibrio nella gestione della più nota criptovaluta, è praticamente in bancarotta, nonostante abbia chiuso il 2013 con asset per un valore di oltre 4,7 milioni di dollari.
A riferirlo è il neo-eletto membro del Consiglio d’Amministrazione Olivier Janssens, che con un intervento sul forum della Fondazione punta il dito contro la gli errori che hanno condotto ad una situazione finanziaria a dir poco dissestata .
Per quanto Bitcoin Foundation non sia un ente pubblico né abbia veri e propri poteri sulla criptomoneta omonima, rappresenta l’entità che più si avvicina al concetto di amministratore o garante della valuta digitale: tuttavia, due anni di gestione poco oculata l’hanno ormai portata sull’orlo della bancarotta ed una quasi totale mancanza di trasparenza – secondo quanto si legge nel post di Janssens – impedisce ora di intervenire come sarebbe necessario.
Dalla sua creazione, d’altronde, uno dei suoi fondatori e vicepresidente Charlie Shrem è stato condannato a scontare due anni di carcere per il coinvolgimento in Silk Road, un altro membro del Consiglio d’Amministrazione, Mark Karpeles dell’exchange giapponese Mt. Gox, ha rassegnato le dimissioni in seguito ad una forte fluttuazione della criptomoneta ed un altro, Roger Ver, ha lasciato gli Stati Uniti per trasferirsi in un paradiso fiscale caraibico. Ultimo a tenere le redini della Fondazione, era rimasto il responsabile tecnologico Gavin Andresen.
Oltre alle accuse di cattiva gestione, nel prossimo futuro di Bitcoin Foundation vi è la decisione circa il ruolo che questo organismo deve svolgere: tramontato (o quasi) il progetto di sviluppo della tecnologia legata a Bitcoin, con l’accusa di voler imporre uno standard unico senza avere i poteri fondamentali per farlo, resta da capire qual è e quale potrà essere il suo compito.
Claudio Tamburrino