Il “portafoglio” online di Bitcoin Inputs.io è stato derubato di 4.100 BTC, una somma equivalente a oltre 800mila euro: il gestore del servizio, noto solo con il nickname TradeFortress, è un giovane australiano che si dice vittima di un furto e ora teme per la sua sicurezza personale. Ma la faccenda solleva non pochi dubbi.
TradeFortress denuncia il furto nel corso di un’ intervista comparsa online, descrivendo due attacchi separati condotti contro il servizio il 23 e il 26 ottobre scorsi: il criminale responsabile è riuscito a compromettere l’hosting attraverso vecchi account email, spiega TradeFortress, sfruttando poi una falla sul server per rubare i Bitcoin.
Speranza di recuperare la refurtiva? Per l’anonimo imprenditore non c’è più niente da fare: nell’intervista TradeFortress evidenzia la natura anonima e P2P della moneta virtuale, e persino la polizia – che comunque non è stata avvertita dell’accaduto – non può avere informazioni maggiori di quelle accessibili agli utenti della community dei BTC.
Inputs.io è ora impegnata a rimborsare gli utenti coinvolti nell’accaduto – anche se non ci sono abbastanza soldi (reali, non virtuali) per tutti, avverte TradeFortress. Il giovane ora ha paura per la propria sicurezza personale, ragion per cui non ha intenzione di rivelare la sua vera identità a chicchessia.
Ma il comportamento di TradeFortress solleva non pochi dubbi sulla legittimità di quanto lui va sostenendo: secondo alcuni il furto sarebbe stato in realtà un lavoro da insider, e il vero beneficiario della sparizione di BTC sarebbe proprio TradeFortress.
Sia come sia, il caso di Inputs.io non è certo il primo furto di BTC di cui si abbia notizia, un aspetto della tecnologia della moneta virtuale che va messo in conto come un problema strutturale al pari dei potenziali rischi di sicurezza e truffa emersi in questi anni.
Alfonso Maruccia