Bankitalia sta tenendo sotto controllo le monete virtuali in seguito ad una serie di segnalazioni che le vorrebbero al centro di traffici sospetti a livello internazionale .
Come si legge nel rapporto 2013 dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (UIF), istituita presso Bankitalia dal gennaio 2008, vi sarebbero state diverse segnalazioni di “operazioni sospette e legate ad anomale compravendite di tale strumento che si vanno definendo a livello internazionale”.
Oltre ad UIF e Bankitalia, anche il Procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli ha messo in guardia circa le minacce legate a Bitcoin: “Non offre chiarezza nella tracciabilità – dice – e può essere strumento per riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e delle mafie e per traffici illeciti”.
Il destino di Bitcoin e delle altre monete virtuali, dunque, rimane ancora legato al sospetto delle autorità: nonostante il governatore della California Jerry Brown abbia firmato una legge che affronta l’argomento delle monete legalmente accettate nello stato riconoscendo la circolazione di Bitcoin, le autorità federali statunitensi finora hanno espresso diversi dubbi sulla criptomoneta, due delle banche nazionali cinesi ne hanno bandito l’utilizzo e diverse altre autorità nazionali ne stanno ancora discutendo .
In Europa, da ultimo, la polizia francese ha provveduto a chiudere una piattaforma online ed interrogare tre persone sospettate di essere al centro di circa 2.750 scambi potenzialmente illeciti di Bitcoin per un valore di circa 1 milione di euro.
Inoltre, già l’Autorità bancaria europea aveva messo in guardia gli istituti finanziari nazionali dall’acquisto, la detenzione o la vendita delle monete virtuali, come la più conosciuta Bitcoin, prima che entri in vigore un regime che stabilisca delle regole.
D’altronde, la questione è divenuta assolutamente d’attualità dopo i problemi riscontrati nel sistema di sicurezza di alcuni exchange della moneta virtuale più famosa, Bitcoin: la criptovaluta, d’altronde, ha ancora diverse situazioni in sospeso da risolvere. Da un lato uno dei principali responsabili dei problemi riscontrati, Mark Karpeles, il CEO dell’exchange Mt Gox, sta per mettere all’asta il dominio bitcoins.com per pagare i creditori, dall’altro la moneta sta continuando a segnare forti fluttuazioni per affrontare le quali Bitcoin Foundation sta cercando di trovare una soluzione a livello di programmazione a partire dai costi di transazione, anch’essi al momento molto variabili.
Claudio Tamburrino