Il 28 febbraio doveva essere il giorno cruciale per un voto del Parlamento Europeo sul MiCA (Markets in Crypto-Assets Directive), ma la giornata passerà in realtà con un nulla di fatto. Su richiesta di Stefan Berger, presidente della Commissione Economica, il tema viene rinviato a data da destinarsi per poter portare avanti una serie di approfondimenti che possano chiarire l’esatta natura del provvedimento oggetto del dibattito.
Al centro della proposta v’è in generale il futuro del rapporto tra l’Europa e le criptovalute, ma il Bitcoin è per vari motivi esposto più di ogni altro a questo tipo di ragionamento. Sul tema gli staskeholder del mondo delle criptovalute sono particolarmente sensibili, poiché da questa bozza – destinata in seguito ad arrivare sul tavolo del Consiglio Europeo – dipendono i principi con cui l’UE andrebbe a regolamentare le criptovalute dal punto di vista energetico.
Markets in Crypto-Assets Directive
Così Stefan Berger su Twitter come incipit di un ampio thread esplicativo della decisione intrapresa:
Die Abstimmung des EU-Parlaments zu #MiCA wird auf meine Forderung hin abgesetzt und nicht am 28. Februar stattfinden. Als Berichterstatter ist es für mich zentral, dass der MiCA-Bericht nicht als de-facto #Bitcoin-Verbot missinterpretiert wird @btcecho 1/4
— Stefan Berger (@DrStefanBerger) February 25, 2022
Berger ha spiegato come intenda farsi carico di tutti gli approfondimenti necessari al fine di evitare cattive interpretazioni della proposta. Berger, soprattutto, teme che il testo possa passare all’opinione pubblica come un tentativo di fermare il mondo Bitcoin, quando in realtà al centro dell’iniziativa vi sarebbe un principio differente: l’UE intende spingere il mondo crypto verso modelli di maggior sostenibilità energetica, mettendo al bando in primis l’approccio proof-of-work in favore del proof-of-stake.
Nessun passo indietro, quindi, ma nemmeno alcun passo avanti: semplicemente si congela temporaneamente il testo per evitare passi affrettati che possano minare lo sviluppo futuro della competitività finanziaria europea sulla base delle prescrizioni espresse nella MiCA. Nessuna deadline è stata però indicata, né si è fornita alcuna previsione circa il tempo che potrebbe volerci per affrontare questi nuovi approfondimenti. La sensazione è dunque che se non si tratta di un passo indietro, possa almeno configurarsi un passo di lato che equivale alla decisione di non decidere. Non per ora, quantomeno.