Improvvisamente il mondo attorno al Bitcoin s’è ribaltato, creando non poco smarrimento tra quanti hanno riversato i propri denari sulla criptovaluta in cerca di nuove ondate speculative rialziste. Se nella notte Elon Musk ha spiegato di non voler più vendere auto Tesla a quanti pagano in Bitcoin, ora lo stesso Musk torna sull’argomento con maggiori spiegazioni di dettaglio. Ma soprattutto con una conferma, che suona tetra sul mondo Bitcoin: la criptovaluta è troppo inquinante, quindi Musk se ne chiama fuori al meno fino a quando la situazione non sarà rientrata.
Musk: i consumi del Bitcoin son cresciuti troppo
I dati a cui Musk fa riferimento sono quelli della Judge Business School della University of Cambridge, ove con una apposita rilevazione vengono messe in grafico le oscillazioni dei consumi di elettricità legati alle attività di mining dei Bitcoin. Lo sconcerto di Musk nasce dal fatto che il grafico mostra una decisa impennata da inizio anno ad oggi, aspetto che renderebbe i Bitcoin non sostenibili e, quindi, non in linea con le prerogative che Tesla dovrebbe integrare nella propria vocazione aziendale.
Musk porta sul proprio profilo Twitter i dati oggettivi delle rilevazioni perché si trova di fronte un muro di follower che non solo contestano il teorema sull’impatto ambientale del Bitcoin, ma contestano anche il suo voltafaccia rispetto alla criptovaluta e il suo atteggiamento predatorio.
We haven't forgotten you commented "true" on Jack's tweet that is about renewable energy! What changed bro? What changed? pic.twitter.com/1oZmiJcEgi
— CRYPTOLOG || SXP to 200$ (@egeharputlu_) May 13, 2021
Del resto proprio Musk era diventato leader delle masse quando Tesla ha aperto ai Bitcoin e ora inevitabilmente diventa oggetto di strali dopo questo improvviso passo indietro.
I dati del “Cambridge Center for Alternative Finance” indicano inoltre come sia la Cina il Paese più esposto al mining, cosa che inevitabilmente rende alte le stime sui consumi di carburanti per la produzione di elettricità visto che proprio la Cina non è certo sinonimo di eccellenza in quanto a rinnovabili e atteggiamento virtuoso in tema di sostenibilità.
Ai follower non sembra bastare, però. Troppe volte Musk ha rigettato i teoremi propri di “nemici” come Bill Gates o Warren Buffett, più volte non ha fatto passi indietro nonostante dei consumi dei Bitcoin già si parlasse da tempo immemore. L’improvvisa maturata consapevolezza di Musk sulla non-sostenibilità della criptovaluta, insomma, sembra attecchire poco e sono in molti a vedere più speculazione che altro in questa retromarcia.
Lo stesso sito citato da Musk lo dice chiaramente tra le note: Bitcoin non è un sistema efficiente poiché per sua natura usa l’inefficienza come una forza centrifuga che garantisce la decentralizzazione. Per salvaguardarne i meccanismi occorre quindi spostare le attività su energie alternative, oppure cercare sistemi di maggior efficienza.
Il valore del Bitcoin nel frattempo si mantiene poco al di sopra dei 50 mila dollari. Si sentono le crepe scatenate dal discorso di Musk, ma in passato la quotazione ha vissuto anche momenti peggiori. Per ora, insomma, ad emergere è soprattutto l’incredulità.