Ci siamo addentrati in una settimana davvero difficile per Bitcoin e le altre principali criptovalute. Il mondo, dopo l’ultimo discorso del presidente russo Vladimir Putin, sembra essere sempre più vicino a una guerra. Le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina insieme a una possibile invasione russa hanno piegato le quotazioni dei principali asset digitali. Non hanno fatto bene nemmeno le immagini dei recenti festeggiamenti a Donetsk dopo il riconoscimento della Regione del Donbass da parte della Russia. Tutto ciò sta alimentando l’incertezza degli investitori più spaventati che non sanno se prestare maggiore attenzione all’inflazione dilagante o ai venti di guerra che soffiano dall’Est.
Bitcoin e le principali criptovalute in down tecnico
Possiamo parlare di down tecnico per Bitcoin e le principali criptovalute che si sono trovate in forte difficoltà a causa delle ultime dichiarazioni di Putin. Il presidente russo avrebbe infatti riconosciuto due repubbliche separatiste filo-russe nell’Ucraina orientale e sostenuto la sua invasione. Ciò motivato, secondo lui, dal governo filo-occidentale ucraino che è una minaccia per la Russia. Non si è fatto aspettare l’annuncio dell’Amministrazione Biden che ha promesso sanzioni contro le repubbliche separatiste ucraine.
Tutti sanno la Russia non è particolarmente preoccupata delle sanzioni da parte degli Stati Uniti o, nella remota ipotesi, dell’Europa. Gli investitori sono infatti più preoccupati delle ritorsioni russe che, con molta probabilità, potrebbero influenzare l’economia globale. Un esito simile si tradurrebbe in ulteriori difficoltà per l’inasprimento dell’inflazione e ritardi sempre più consistenti della catena di approvvigionamento.
Inoltre, altro tassello fondamentale per Bitcoin e le altre criptovalute, sono i prezzi dell’energia che rischiano di continuare ad aumentare mettendo sempre più in ginocchio un’economia già piagata dal Covid-19. Nel frattempo il prezzo del petrolio è schizzato oltre i 97 dollari a barile, sempre più vicino ai 100 dollari. Si tratta di un aumento pari quasi al 4%.
Le principali borse europee sono finite in rosso, mentre i mercati azionari statunitensi sono stati chiusi per la festa nazionale del Presidents Day. In buona compagnia con l’Europa ci sono anche i principali indici asiatici che lunedì si sono contraddistinti per il loro segno in negativo. Ieri, Susannah Streeter, Senior Investment and Markets Analyst per la società di analisi Hargreaves Lansdown, ha dichiarato:
Tale è la sensibilità sui mercati finanziari in questo momento che la fiducia temporanea può svanire rapidamente ed è quello che abbiamo visto oggi dopo ciò che sembra essere un altro deterioramento nelle relazioni tra Russia e potenze occidentali.
La quotazione dei maggiori asset digitali
Non va bene la quotazione di Bitcoin, termometro di questa volatilità crittografica, che oggi segna -3,28% con un prezzo di scambio pari a 37.437 dollari (al momento della scrittura). Nelle ultime 24 ha perso terreno che, se sommato ai sette giorni precedenti, si traduce in un -15,06%. Dalle ultime 3 ore però si vede un piccolo spiraglio di mantenimento posto a +2,14%, ma è ancora molto debole, capace di cambiare ad ogni minuto.
Situazione analoga per Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato. Attualmente la sua quotazione è di 2.579 dollari, registrando un calo nelle ultime 24 ore di -4,07% (al momento della scrittura). In 7 giorni ETH ha perso un buon 16,65%, ma, come Bitcoin, nelle ultime 3 ore si sta mantenendo su un +2,51%.