Apple non gradisce affatto che gli utenti giochino con Bitcoin nella sua Disneyland di gadget mobile , e pertanto la corporation ha provveduto a eliminare le tracce residue di app basate sulla criptovaluta da iTunes store. Qualcuno l’ha presa male e ha imbracciato il fucile – per sparare al suo iPhone.
L’ennesimo caso di censura remota perpetrato da Cupertino ha coinvolto Blockchain, “portafogli virtuale” utile per archiviare i blocchi di BTC in possesso dell’utente ed eventualmente spenderli laddove possibile. Apple ha eliminato la app dallo store senza fornire alcun tipo di spiegazione, denuncia lo sviluppatore sul blog aziendale.
Blockchain era presente da 2 anni sul marketplace di app per i gadget iOS e poteva vantare qualcosa come 120.000 download, ha spiegato l’azienda sviluppatrice, e la sua rimozione forzata dimostrerebbe ancora una volta “la natura capricciosa e anti-competitiva delle policy dell’App Store focalizzata sulla preservazione del monopolio di Apple sui pagamenti” e null’altro.
Dopo il disappunto degli sviluppatori sono arrivate le reazioni degli utenti, reazioni che in certi casi si sono tramutate in vere e proprie scene dimostrative con iPhone presi a martellate, fucilati o affettati con il machete – ha aiutato in tal senso la promessa, fatta da un utente di Reddit , di regalare un po’ di Nexus 5 per ogni 100 upvote.
Apple non vuole che gli utenti giochino con Bitcoin ma c’è qualcuno che prova a aggirare il controllo remoto esercitato da Cupertino sui gadget iOS, uno sviluppatore che si è rivolto al crowdfunding per finanziare una app HTML5 (Coinpunk) con cui gestire le transazioni Bitcoin direttamente dal browser web – anche su piattaforma mobile.
Bitcoin continua a generare polemiche e reazioni furenti anche al di fuori dei giardini recintati degli app store mobile, con Butterfly Labs accusata di aver frodato gli utenti incassando ordini da migliaia di dollari per hardware di “mining” BTC mai spedito. Le autorità dello stato americano del New Jersey dovranno invece vedersela in tribunale con la Electronic Frontier Foundation dopo che quest’ultima ha preso la difesa di Jeremy Rubin, studente del MIT ideatore di un sistema di mining alternativo all’advertising su web – cicli di CPU al posto della visualizzazione degli ad – chiamato Tidbit.
Alfonso Maruccia