29 mila dollari: occorre infatti aggiornare al ribasso i grafici relativi al Bitcoin, la moneta cresciuta fino a oltre 60 mila dollari tra aprile e maggio 2021 per poi crollare sotto i 30 mila solo nelle ultime ore. Immediato il rimbalzo a quota 33 mila, ma la sensazione è che la situazione resti profondamente instabile.
Bitcoin: torna al valore del 1 gennaio 2021
In pratica è come se il 22 giugno si fosse chiuso un cerchio: il valore è il medesimo del 1 gennaio 2021 e, quando ancora il giro di boa dell’annata non è stato superato, già le quotazioni sono tornate al punto di partenza. Se non fosse che gli avvisi di pericolo fossero stati disseminati un po’ ovunque, ci sarebbe da chiedere cosa ne pensano coloro i quali nei mesi scorsi predicavano cantici di crescita illimitata, guardando oltre i 100 mila dollari per Bitcoin e portando non pochi investitori a veder dimezzato il proprio capitale.
Ma il rischio fa parte del gioco, soprattutto di questo gioco: le criptovalute erano e restano un asset non regolamentato, afflitto da influenze di vario tipo e raramente approcciate con reale consapevolezza. Ne consegue che momenti di caduta come quello attuale possono librare nuovi consigli di investimento così come nuove fughe distopiche dal capitale. La paura si contrappone all’entusiasmo, ma al centro resta un realismo fatto di regolamentazioni mancanti e rischi eccessivi.
A cosa è dovuta questa ennesima caduta del Bitcoin? La sensazione è che non sia più possibile relegare semplicemente i tonfi continui a cause puntuali: è un intero contesto ad aver perso fiducia nei fondamentali, portandosi nel baratro tutti portafogli pieni di Ethereum, Binance Coin, Cardano, XRP, Dogecoin e quanti altri. Non si tratta di una caduta limitata al Bitcoin, insomma, ma forse di qualche dubbio nuovo relativamente alle reali potenzialità delle criptovalute in un mondo che non sembra poterle ancora accogliere come gli investitori sognano e vorrebbero.