Morgan Stanley, una delle più importanti banche d’affari con sede a New York, ha espresso i pregi evidenti di Bitcoin. Secondo la banca, la regina delle criptovalute sarebbe decisamente meglio di Ethereum perché più decentralizzata. Nella sua ultima dichiarazione ha elencato tutti i diversi vantaggi.
Bitcoin è più decentralizzato di Ethereum
Una serie di vantaggi, secondo Morgan Stanley, porterebbero Bitcoin in vetta rispetto a Ethereum. La seconda criptovaluta per capitalizzazione al mondo, secondo Denny Galindo stratega della banca, non è più decentralizzata di BTC, come invece molti credono.
Da un’analisi pubblicata sul documento intitolato “Cryptocurrency 201: What Is Ethereum?” sono emersi alcuni elementi che rendono Bitcoin migliore di Ethereum. Il primo riguarda un’elevata concentrazione di offerta in poche entità. Ad esempio, 100 portafogli di Ethereum, al momento dell’analisi, detenevano il 39% dell’offerta disponibile. Al contrario, per Bitcoin il valore si abbassava al 14%.
Un altro elemento chiave che reca più svantaggi che vantaggi, riguarda la rete di Ethereum ancora troppo congestionata. Inoltre, a ciò si aggiunge anche un normativa perlopiù ancora poco chiara, il che, secondo Morgan Stanley, dovrebbe preoccupare gli utenti.
In quanto a volatilità, secondo Galindo, Bitcoin si comporta decisamente meglio. La regina delle criptovalute sarebbe, secondo i dati rilevati dall’esperto in crypto asset, più stabile di Ethereum. Questo dovuto al fatto che Ether è molto più correlata alle azioni tecnologiche. Nel rapporto della Morgan Stanley, infatti, si legge:
Mentre Ethereum e Bitcoin hanno una correlazione di 0,70 l’uno con l’altro da dicembre 2018, Ethereum è stato correlato quasi il doppio con l’S&P 500, a 0,26, contro 0,14 per Bitcoin.
3 limiti di Ethereum
Rispetto a Bitcoin, secondo il rapporto Morgan Stanley, Ethereum sarebbe penalizzata da 3 limiti, così riportati nel documento ufficiale pubblicato dalla banca:
- Concorrenza. Ethereum deve affrontare più concorrenza nel mercato degli smart contract rispetto a Bitcoin nel mercato degli store-of-value. Ethereum potrebbe perdere quote di mercato della piattaforma smart contract a causa di alternative più veloci o meno costose.
- Scalabilità. Sono necessarie meno transazioni per utente per “utilizzare” Bitcoin, che è simile a un conto di risparmio decentralizzato. La domanda di Ethereum è più strettamente legata alle transazioni. Pertanto, vincoli di scalabilità simili danneggiano la domanda di Ethereum più di quanto sopprimono la domanda di Bitcoin, poiché gli utenti di Bitcoin non hanno bisogno di molte transazioni. Può darsi che nessuna blockchain sia sufficientemente scalabile per le applicazioni di smart contract.
- Pressione della domanda normativa. Il panorama normativo di Ethereum è ancora in evoluzione e molte applicazioni su Ethereum potrebbero essere soggette a rischi normativi. Le app DeFi o gli NFT utilizzati per raccogliere fondi per tentare di acquistare copie originali della Costituzione degli Stati Uniti, ad esempio, potrebbero essere esaminati. Alcune attività DeFi possono entrare in conflitto con le leggi sui titoli. Se la regolamentazione o la legislazione riducono la domanda di queste transazioni, la domanda di Ether potrebbe diminuire.