La moneta virtuale nota come Bitcoin acquisisce dignità di mezzo di pagamento “puro” anche in Italia, con l’Agenzia delle Entrate che ha pubblicato un parere destinato a essere accolto molto positivamente sia dagli utenti in possesso di BTC che dalle società di intermediazione che operano sul mercato dal territorio nazionale.
Il parere dell’Agenzia delle Entrate chiama direttamente in causa la decisione presa dalla Corte di Giustizia Europea il 22 ottobre 2015 , una sentenza che stabilisce la validità di bitcoin come moneta a tutto tondo ed esonera utenti e aziende dal pagamento dell’imposta al valore aggiunto (IVA).
Anche in Italia, ha ora comunicato l’Agenzia delle Entrate, le operazioni a base di bitcoin sono esenti dall’IVA perché rientrano nella fornitura di servizi relativi a banconote e monete . Non dovranno pagare l’IVA né i privati che posseggono un certo quantitativo di BTC, né le società di intermediazione che offrono la possibilità di convertire bitcoin in altri tipi di valuta e viceversa.
Coloro che invece dovranno continuare a pagare le imposte dirette (Ires e Irap) sono i soggetti che offrono la suddetta intermediazione, con la tassazione proporzionata ai ricavi derivanti dall’acquisto e dalla vendita di Bitcoin effettuata dai clienti finali.
Infine per quanto riguarda la tassazione ai fini delle imposte sul reddito dei clienti di una società specializzata nel trattamento di bitcoin, ha stabilito l’Agenzia delle Entrate, le persone fisiche che detengono BTC al di fuori delle attività di impresa effettuano operazioni a pronti (acquisti e vendite) di valuta che non generano redditi imponibili mancando la finalità speculativa. L’Agenzia si riserva però il diritto di controllare le liste dei clienti in sede di verifica.