La Commissione Europea si dice pronta ad agire contro i canali di finanziamento al terrorismo di nuova generazione, meccanismi come le monete virtuali che nei mesi a venire dovranno passare il vaglio delle autorità europee. Gli utenti dovranno essere identificati? Improbabile, dicono gli esperti di Bitcoin.
Con il nuovo piano Bruxelles sostiene di voler tagliare le nuove fonti di sostentamento del terrorismo di matrice islamista, e per quanto riguarda tecnologie come Bitcoin e similari si tratterà di inserire le piattaforme di cambio online (e magari pure i provider di “wallet” digitali) tra le organizzazioni da controllare nell’ambito delle iniziative comunitarie contro il riciclaggio di denaro sporco.
La UE vuole all’occorrenza identificare gli utenti che trafficano in BTC ma anche “ripensare” ai modi per tenere traccia di chi usa le carte di credito prepagate senza per questo diminuirne la praticità, mentre le autorità europee vorrebbero analizzare più da vicino le transazioni che avvengono tra gli stati membri e le nazioni ben note per essere le preferite dagli esperti di traffici finanziari.
Dopo aver aperto le porte a nuove possibilità di business con l’ eliminazione del pagamento dell’IVA dalle valute virtuali, l’Europa pensa ora a mettere in difficoltà il settore con propositi che difficilmente avranno effetti concreti: Bitcoin fornisce ampie possibilità di salvaguardia della privacy , e un rapporto ufficiale dell’Europool ha confermato che i nuovi terroristi stragisti non fanno uso di monete virtuali per finanziarsi.
Alfonso Maruccia